Ultima Generazione contro il Senato. Vernice rossa su Palazzo Madama

Ultima Generazione torna al centro della scena con un attacco al palazzo del Senato, riportando l'attenzione sulla questione climatica

Nuovo colpo per Ultima Generazione. Lunedì 2 gennaio il gruppo di ambientalisti ha imbrattato la facciata del Senato, a Roma, con della vernice di colore rosso, colpendo alcune finestre del piano terra della sede di Palazzo Madama. Il gruppo di attivisti è stato poi identificato e condotto in questura dalla Digos, con l’ausilio dei carabinieri.
Messe da parte le opere d’arte, gli ambientalisti sono passati ai palazzi delle istituzioni. Alla base del gesto, spiegano ancora una volta i membri del gruppo: «la disperazione che deriva dal susseguirsi di statistiche e dati sempre più allarmanti sul collasso eco-climatico, ormai già iniziato, e il disinteresse del  mondo politico di fronte a quello che si prospetta come il più grande  genocidio della storia dell’umanità». Le richieste del movimento sono: interrompere immediatamente la riapertura delle centrali a carbone dismesse e cancellare il progetto di nuove trivellazioni per  la ricerca ed estrazione di gas naturale; procedere a un incremento di  energia solare ed eolica di almeno 20 GW immediatamente; creare migliaia di nuovi posti di lavoro nell’energia rinnovabile, aiutando  gli operai dell’industria fossile a trovare impiego in mansioni più sostenibili.

Cinque le persone identificate per l’atto di disobbedienza civile, tre di loro sono andate a processo per direttissima. Tuttavia, la vernice con cui è stato imbrattato il Senato, come in tutti gli altri casi, era lavabile. Gli autori del raid a Palazzo Madama, si difendono con una nota: «Stamattina alle 7:50 il Palazzo del Senato della Repubblica è stato imbrattato di vernice arancione lavabile da alcuni cittadini che aderiscono alle richieste di Ultima Generazione per l’abbandono dei combustibili fossili, che il Governo e la classe politica che lo sostiene continuano a finanziare e incentivare, accelerando il collasso eco-climatico e condannando i loro stessi concittadini a sofferenze e morte», si legge.

Fortissime, invece, sono state le dichiarazioni di condanna da parte della politica, con il presidente del Senato Ignazio La Russa che, dopo aver sentito il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, ha fatto sapere che «d’ora in poi le misure di sicurezza verranno rafforzate, creando una zona cuscinetto off-limits ai normali cittadini come già oggi avviene per Palazzo Chigi, sede della presidenza del Consiglio, e per Montecitorio, sede della Camera dei deputati». Addirittura il vicepremier, ed ex ministro dell’Interno, Matteo Salvini, è giunto ad auspicare il «carcere duro» per i ragazzi, accusati di danneggiamento aggravato, reato per il quale la pena prevista è dai sei mesi ai tre anni di carcere.
Dal canto loro, gli attivisti contestano sia l’accusa – «eccessiva, trattandosi solamente di imbrattamento, con una vernice che è stata subito lavata» – sia la decisione di ricorrere al processo per direttissima: «l’arresto in flagranza risulta arbitrario perché non è previsto dal codice penale per il reato addotto, per il quale si prevede la semplice denuncia a piede libero. Siamo di fronte a un altro abuso», continua la nota.

Di fronte al tribunale di Roma, a piazzale Clodio, era stato organizzato un presidio, annullato dopo che questa mattina la polizia ha fermato un’attivista di Ultima generazione che si stava recando nella sede della Rai per essere intervistata. «L’azione è stata come sempre pacifica e non violenta, non avrebbe mai potuto né voluto portare il minimo danno alle persone – spiegano gli attivisti, affermando di aver semplicemente voluto attirare l’attenzione sul tragico ritardo della politica nei confronti delle questioni ambientali – la reazione grottesca della politica è stata quella di inveire verso un gesto considerato irrispettoso nei confronti delle istituzioni, e coerentemente con questa fuorviante rappresentazione dei fatti si sta sviluppando l’azione giudiziaria».

Il pubblico ministero aveva chiesto una blanda misura cautelare, l’obbligo di dimora nel comune di residenza, ma il giudice ha deciso di rilasciare tutti e tre gli attivisti di Ultima Generazione, arrestati ieri dopo aver imbrattato la facciata del Senato con estintori caricati con della vernice lavabili, senza nessuna restrizione. La prossima udienza del processo è stata calendarizzata per maggio. Se per il momento si chiude la vicenda che vede protagonista il movimento che si batte contro i cambiamenti climatici, continua a tenere banco il dibattito politico sull’azione portata avanti ieri mattina. Intanto Laura, Davide e Alessandro, rispettivamente di 26, 23 e 21 anni sono tornati in libertà dopo una notte in arresto riabbracciando i loro compagni, alcuni dei quali li hanno attesi a piazzale Clodio.

Nel corso dell’udienza i tre giovani hanno rivendicato pienamente la loro azione di protesta non violenta. Tutti e tre erano già stati fermati nel corso di altre proteste, in particolare blocchi stradali e l’imbrattamento del quadro Il Seminatore di Van Gogh avvenuto a Roma. «Dopo aver visto il disastro della Marmolada ho paura per il nostro futuro. Ho aderito a Ultima Generazione perché propone un cambiamento – ha dichiarato uno degli arrestati -, in particolare di fermare le emissioni di gas e puntare sulle energie rinnovabili».
Il processo si terrà il 12 maggio prossimo.