#Panel 1 – Alvise di Canossa: «Il sistema museale italiano sta cambiando»

Il Presidente e fondatore di Art Defender è intervenuto a proposito della criticità del concetto di deposito per il patrimonio italiano e internazionale

Alvise di Canossa è intervenuto al The ART Symposiuml’evento organizzato da Insideart e dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea e dedicato al rapporto tra imprese pubbliche e private per lo sviluppo del sistema culturale nazionale – nel primo panel La cultura motore dell’industria dei contenuti, ponendo l’accento sull’importanza della gestione del patrimonio artistico italiano e non solo, anche nei suoi aspetti logistici

«Vorrei fare alcune considerazioni sulla gestione del patrimonio artistico italiano. Il mio lavoro – ha spiegato – riguarda la logistica delle opere d’arte, i loro movimenti: il gruppo di Art Defender è abbastanza unico, è una realtà operativa che è in grado di assistere realmente la movimentazione delle opere d’arte».

«La direttrice Mazzantini ha parlato di “interazione”, e da questo vorrei partire: il sistema museale italiano sta cambiando e deve cambiare, e il gruppo Art Defender sta lavorando da tempo in questa prospettiva per fornire al nostro territorio una rete d’impianto per la gestione del nostro patrimonio artistico. Infatti, abbiamo presentato il progetto di un impianto interamente in legno, una scelta inusuale e innovativa dal punto di vista architettonico per l’Italia, che risponde all’esigenza di condividere, e cioè di decidere che i beni non devono essere stratificati in decenni poco chiari, di fronte alla criticità del concetto di deposito».

Alvise di Canossa, photo Claudia Rolando

La società Art Defender è infatti finalizzata alla custodia, conservazione e restauro di beni di pregio, mettendo a disposizione strutture totalmente innovative per la protezione delle opere d’arte e la gestione di ogni bene da collezione.

«Art Defender ha messo a punto un progetto per andare incontro a un piano di interventi internazionali che riguarda l’Africa. L’elemento importante sta nell’usare i depositi come contenimento di opere d’arte non solo per i musei, ma anche per il pubblico. In particolare, seguendo la logica della protezione e conservazione, abbiamo esaminato le eventualità in caso di catastrofi, occasioni in cui noi siamo chiamati a intervenire nel recupero di opere negli ambienti museali, in caso di terremoti o esondazioni. Al tempo del terremoto in Emilia, nel 2012, ci siamo resi conto di dover rendere noto che le opere erano fuori pericolo».

photo Claudia Rolando

«In più, le operazioni di recovery non sono solo strumento di contenimento, ma noi stiamo agganciando questo programma al Piano Mattei, che è stato lanciato dal governo italiano per stabilizzare i paesi africani in via di sviluppo. L’opportunità offerta dal Piano Mattei va messa in relazione a un altro elemento, più un dato di fatto: nel gennaio 2025 entrerà in vigore a livello della Comunità Europea una nuova legge che limiterà la circolazione delle opere d’arte. modo che si stabilizzino. Grazie al Piano Mattei noi potremmo diventare i custodi di opere d’arte di paesi in via di sviluppo per evitare quello che è successo in Siria e in Iraq, dove si è verificata un’enorme spoliazione del patrimonio. Quindi, se noi possiamo garantire salvaguardia al patrimonio artistico di questi paesi, possiamo avere un ruolo di primo piano a livello mondiale nel nostro campo, abituando al tempo stesso l’Europa all’idea che la circolazione delle opere pure è cultura, e non spoliazione».

Alvise di Canossa è presidente e fondatore di Art Defender, società che offre servizi integrati per l’art collection management, in particolare la conservazione, la consulenza, l’assicurazione e la logistica. Ha fondato anche Arterìa, oggi fra i principali player mondiali nel settore della logistica per l’arte.

info: artedefender.it