#Panel 1 – Valentino Catricalà: «Il confronto internazionale implica logiche diverse»

Il Curatore della SODA Gallery di Manchester ha raccontato la sua esperienza all'estero, in un contesto culturale che arricchisce e aiuta l'arte contemporanea

Valentino Catricalà è intervenuto al The ART Symposium, l’evento organizzato da Insideart e dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea e dedicato al rapporto tra imprese pubbliche e private per lo sviluppo del sistema culturale nazionale, nel primo panel La cultura motore dell’industria dei contenuti, concentrandosi in un primo momento sulla sua esperienza all’estero e su un confronto internazionale, ponendo l’accento sulle potenzialità della Capitale come centro di produzione artistica. Dal MAXXI alla SODA Gallery di Manchester e ora in Arabia Saudita, una realtà totalmente diversa che non smette di crescere e innovarsi, il curatore e critico d’arte contemporanea racconta il suo percorso di crescita e l’importanza attuale del connubio arte-tecnologia.

«La mia esperienza è iniziata in Italia, a Roma» – afferma Catricalà – «dove mi sono confrontato con le potenzialità di questa città, che sono incredibili, perché ha una grandissima forza di comunicazione sul piano internazionale. Ho cominciato facendo un festival al MAXXI su tematiche di cui si trattava ancora poco, cioè arte e tecnologia. Il passaggio all’estero è avvenuto quando a Manchester è stata fondata la SODA Gallery, un nuovo centro che mi ha permesso di scontrarmi con una cultura differente dalla nostra. Adesso mi sono spostato in Arabia Saudita per uno dei musei di arte contemporanea statali, e lì c’è una realtà ancora diversa».

Valentino Catricalà, photo Claudia Rolando

«Quello che posso dire dell’esperienza all’estero è che il confronto internazionale implica logiche differenti, ad esempio bisogna essere attenti anche alla geografia, in particolare i paesi di provenienza degli artisti, ma soprattutto a livello di tematiche, alcune delle quali sono quasi ossessive in Inghilterra. In più va notato che negli ultimi vent’anni c’è stata una salita verso il nord in Inghilterra, e Manchester ne è stata protagonista. La città ha cercato infatti di imporsi come secondo hub culturale, dopo Londra: sono molti gli artisti che stanno emergendo, ma c’è ancora un tessuto ancora povero di gallerie. L’arte contemporanea, infatti, non si fa solo attraverso grandi istituzioni come la Tate Modern».

E poi l’enorme sviluppo dell’Arabia Saudita, paese che specialmente negli ultimi anni sta puntando moltissimo sulla creatività, su innovazione e crescita professionale e sociale della propria giovane popolazione e con cui bisogna necessariamente instaurare confronto e dialogo. Si pensi al recentissimo Diriyah Art Center, un nuovo centro per le arti digitali a Riyad progettato dallo studio di Schiattarella Associati. «Per quanto riguarda l’Arabia Saudita, bisogna pensare che siamo in un territorio completamente nuovo. Sono 26 i musei che stanno nascendo, molti dei quali regionali e due di arte contemporanea, si tratta di un territorio in crescita, il cui cambiamento è talmente veloce che non facciamo in tempo a conoscerlo».

Valentino Catricalà è direttore artistico della SODA Gallery di Manchester e docente alla Manchester Metropolitan University. Promuove la relazione tra arte e tecnologia attraverso la curatela della Sezione Arte della Maker Faire-The European Edition, la più importante fiera sulla creatività e innovazione in Europa, ed è Art Consultant alla Paris Sony CS Lab. Da febbraio fa parte del CdA del museo tedesco ZKM, il Centro per l’Arte e la Tecnologia dei Media.

info: soda.uk