Formazione, tecnologia, mercato e collezionismo al centro degli interventi pomeridiani dell’ART Symposium

La giornata si conclude con interventi che vanno dalla rivoluzione digitale nelle università ai rapporti tra arte e mercato

Continua nel pomeriggio The ART Symposium, la giornata di confronto tra imprese pubbliche e private sul tema della cultura come leva dell’innovazione e dello sviluppo, organizzata da Inside Art in collaborazione con la GNAM.

Dopo i primi due panel, che si sono susseguiti nel corso della mattinata, incentrati sul rapporto tra cultura, impresa e innovazione, proseguono gli interventi con un programma diversificato che tocca i temi relativi alla formazione e al mercato dell’arte.

PANEL #3 La rivoluzione digitale, l’innovazione dalle università alle aziende

Nel terzo panel, moderato da Guido Talarico, sono intervenuti gli esperti: Alberto Gambino (Professore Ordinario di Diritto Privato – Prorettore Università Europea), Marcello Presicci (Segretario Generale Scuola Politica “Vivere nella Comunità”), Paola Severino (Presidente Luiss School of Law),  Fabio Vaccarono (Amministratore Delegato Multiversity). Modera: Guido Talarico (editore Inside Art).

Il primo a parlare è Fabio Vaccarono che, partendo dall’esperienza di Multiversity, parla dell’importanza di applicare la trasformazione digitale alle universit per arrivare alla formazione continua, realizzabile solo sul piano digitale. «Siamo entrati in un’epoca in cui nessuno si può sentire escluso dalle innovazioni. Oggi possiamo stimare che sul pianeta ci siano circa 50 miliardi di device: in un contesto di questo tipo il mondo dei contenuti e delle espressioni, quello dell’high tech e dell’università si ibridano e si influenzano l’uno con l’altro». (Qui l’intervento completo)

Una convinzione condivisa anche da Marcello Presicci, che racconta la storia e la genesi della Scuola Politica “Vivere nella Comunità”, una scuola di formazione che rafforza le competenze della futura classe dirigente. «Ringrazio Guido Talarico – ha affermato – perché ha avuto modo di legare aziende private a iniziative statali. Abbiamo bisogno di persone che fanno accadere le cose anche da mondi diversi: la necessità è quella di individuare mondi al di fuori dell’arte attraverso cui dialogare». (Qui l’intervento completo)

A interrogarsi sui limiti della tecnologia e sull’importanza di valorizzare la creatività e la formazione umanistica è Alberto Gambino. «Le intelligenze artificiali non hanno il guizzo creativo del genio. Per cui, bisogna innervare di umanistica la conoscenza, mettendo in campo le materie tradizionali, e gli atenei hanno questo scopo». (Qui l’intervento completo)

In un discorso di valorizzazione della formazione si inserisce perfettamente la realtà della Luiss, tra le prime in Italia ad avere creato una “School of Law”. «Ci sono tanti aspetti – asserisce Paola Severino – che nella formazione di un giovane laureato devono essere coltivati anche rispetto all’innovazione che c’è nel nostro paese. L’Italia è sempre stata un paese produttore di arte straordinaria. I giovani devono essere sensibili alla tutela dell’arte e questo è stato uno degli obiettivi della nostra scuola: vedere l’arte da una prospettiva comparatistica». In questo contesto l’intelligenza artificiale gioca un ruolo fondamentale, come la più “multidisciplinare delle scienze”, ma va guidata e utilizzata con coscienza. «I giovani – ha aggiunto Severino – devono essere in grado di governare l’intelligenza artificiale, in maniera specialistica e attrezzate e master così specifici servono proprio a questo». (Qui l’intervento completo)

crediti video: Francesco Talarico

PANEL #4 Collezionismo e Mercato: gli investimenti culturali

Moderato da Angelo Crespi (Direttore Pinacoteca di Brera), il quarto e ultiumo ciclo di interventi è focalizzato sul rapporto tra mercato e arte, analizzato attraverso le opinioni di Claudia Dwek (Chairman Sotheby’s Europa), Cristina Mazzantini (Direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea), Giuliana Setari Carusi (Presidente Cittadellarte – Fondazione Pistoletto), Patrizia Sandretto Re Rebaudengo (Presidente FSRR).

«Il mondo dell’arte e del collezionismo – introduce Angelo Crespi presentando le oratrici – è diventato uno dei settori dominati dalle donne. Arte e collezionismo è un binomio che al tempo stesso è un ossimoro: il collezionista è uno che trattiene, mentre il mercato presuppone la circolazione dei beni».

La prima a testimoniare questo binomio è Claudia Dwek, che, rappresentando una delle case d’aste più importanti al mondo, ha raccontato la sua esperienza, parlando anche dei cambiamenti più significativi che a suo avviso sono intervenuti nel settore: «lavoro in una casa d’aste da quando sono studentessa all’università, ho conosciuto grandi collezionisti e galleristi che hanno fatto in modo che in Italia si creasse un collezionismo d’eccezione in tutta Europa. Il momento che ha cambiato tutto è stato sicuramente internet e tutta la rivoluzione che ha apportato. Un grande cambiamento per il mercato ma anche per gli artisti: si è creata una nuova generazione di collezionisti che girano per le fiere». (Qui l’intervento completo)

Cristina Mazzantini, padrona di casa e relatrice in questo panel, ha parlato del ruolo del museo nel mercato e del valore delle opere che custodisce. «Rispetto alle questioni dell’investimento – ha spiegato – il museo ha un ruolo più statico: il museo ha dei beni inalienabili, non scambiabili, perché se un’opera entra in un museo le viene conferito lo status di opera d’arte, e da qui, diventando patrimonio, diventerà nel tempo un’opera antica. In questo senso, il museo ha raccolto quell’eredità degli antichi collezionisti». (Qui l’intervento completo)

La parola è passata poi a Patrizia Sandretto Re Rebaudengo, che si è concentrata invece sul ruolo del collezionista che, se è vero che può sembrare passivo, non lo è affatto: «La Fondazione – ha raccontato – svolge adesso anche un ruolo di committenza, come si faceva nei secoli scorsi ed è anche un modo per sostenere gli artisti nel loro percorso. Il collezionista può influenzare ed educare». (Qui l’intervento completo)

Infine Giovanna Setari Carusi, con la sua passione per l’arte e il suo impegno nella Fondazione Pistoletto, ha parlato della necessità delle istituzioni di comunicare con i giovani ma senza toccare la banalità. «Il discorso della Fondazione proviene dalla sua idea dell’arte: Michelangelo Pistoletto ha sempre parlato della responsabilità dell’artista nei confronti della società. In questo quadro, l’accademia deve essere uno spazio di formazione anche etico. Nella Fondazione Pistoletto ci sono numerosi spazi che si occupano dei problemi del mondo, esulando l’arte, come la moda sostenibile o gli obiettivi in quanto a sostenibilità da raggiungere entro il 2030, e questo perché è importante creare contatti con la società». (Qui l’intervento completo)

crediti video: Francesco Talarico