Phillips, si è dimesso il CEO della casa d’aste americana

Alla guida di Phillips dal 2021, Stephen Brooks abbandona il ruolo di amministratore delegato per motivi personali

Stephen Brooks, il CEO di Phillips, ha lasciato il timone della casa d’aste statunitense. In carica dal 2021, Brooks si è dimesso per motivi personali, ma alla fine di un anno in picchiata, in cui ha visto diminuire i guadagni del 15%. La decisione arriva improvvisa nell’azienda. In via provvisoria, a sostituire il CEO uscente sarà Ed Dolman, già alla guida di Phillips dal 2014 al 2021 e poi supervisore del consiglio di amministrazione della sede londinese della casa d’aste.

«Stephen ha guidato l’azienda attraverso un notevole periodo di crescita durante il suo mandato e i suoi contributi hanno aiutato a costruire l’infrastruttura per il continuo successo di Phillips. Lo ringrazio per i suoi numerosi contributi all’azienda e gli auguro il meglio». Questa la dichiarazione di Dolman ad Artnews nel prendere di nuovo le redini della casa d’aste.

Con un giro d’affari quasi triplicato sotto la guida di Dolman, Phillips è una delle tre case d’aste più importanti al mondo, insieme e a Sotheby’s e Christie’s. Con sedi a Londra, Hong Kong e New York, la casa d’aste statunitense ha avuto un bilancio di successo anche nella breve era di Stephen Brooks, almeno fino al 2022. Nonostante i tempi di crisi dovuti agli eventi internazionali, dalla pandemia alla guerra in Ucraina, Phillips ha registrato dati positivi per il 2022. Tra questi, la vendita record di 1,3 miliardi di dollari, in aumento rispetto all’anno precedente dell’8%. Ma una crescita – del 32% – si registra anche rispetto al 2019, periodo in cui la casa d’aste era ancora sotto la guida di Ed Dolman. Eppure, il bilancio del 2023 ha preso una direzione diversa.

Nonostante i dati possano suggerire una motivazione per abbandonare il ruolo, il portavoce di Brooks ha dichiarato che le ragioni delle dimissioni sono personali.