Parco Archeologico del Celio e Museo della Forma Urbis: ecco come Roma si rigenera

Il Parco Archeologico del Celio ospita il nuovo Museo della Forma Urbis con la celebre pianta della Capitale. Torna visibile dopo 100 anni e a tagliare il nastro è il Sindaco Roberto Gualtieri

Risultato di un intervento a metà tra riqualificazione e innovazione, tornano ad aprirsi nella Capitale gli spazi del Parco Archeologico del Celio con il nuovo Museo della Forma Urbis. Accessibile ufficialmente al pubblico dal 12 gennaio, lo spazio espositivo presenta la celebre pianta di Roma Antica voluta dall’imperatore Settimio Severo, ora di nuovo visibile dopo quasi cento anni.

«Apriamo un Parco Archeologico in un luogo straordinario della città rendendolo accessibile gratuitamente a tutti e un nuovo Museo che espone un capolavoro come la Forma Urbis che non era visibile da circa un secolo. Si potrà camminare sulla Roma antica», ha dichiarato il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri nel tagliare il nastro del nuovo complesso archeologico. Presenti all’inaugurazione dell’11 gennaio, anche l’Assessore alla Cultura di Roma Capitale Miguel Gotor e il Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali Claudio Parisi Presicce.

Il Museo della Forma Urbis tra recupero e innovazione

Se il Parco Archeologico del Celio è stato riqualificato, il Museo della Forma Urbis rappresenta un’assoluta novità. Con il Colosseo sullo sfondo, il Museo esporrà la pianta di Roma incisa su marmo per volontà di Settimio Severo nel III secolo dopo Cristo. Ideata per celebrare la grandezza della Capitale e in origine esposta sulle pareti di un’aula del Foro della Pace, la mappa è andata in parte perduta. I frammenti della Forma Urbis giunti fino ai nostri giorni sono stati collocati nel Museo sotto a un pavimento in vetro rialzato che accoglie anche la riproduzione della Pianta Grande di Giovanni Battista Nolli del 1748. Quanto rimasto dell’antica pianta marmorea viene così contestualizzato.

«È con emozione e orgoglio che oggi inauguriamo il Museo della Forma Urbis e apriamo al pubblico il Parco Archeologico del Celio. Sono due progetti che vengono da lontano e molto attesi e che finalmente grazie al lavoro della Sovrintendenza Capitolina ora vedono la luce. È un nuovo tassello del nostro progetto di rilancio delle aree di pregio della città storica, inserito in una più ampia visione di riqualificazione del Centro Archeologico Monumentale che nei prossimi anni continuerà grazie ai fondi del PNRR Caput Mundi e del Giubileo», ha commentato Miguel Gotor.

Il Parco e il Museo: due tasselli in un modo organico di pensare la Capitale

Le parole del Sindaco e quelle dell’Assessore alla Cultura hanno evidenziato l’organicità dei progetti di riqualificazione pensati per la Capitale. D’altra parte, Roma proviene dalla recente edizione di Città in Scena, primo festival sulla rigenerazione urbana, in cui Gualtieri stesso ha chiarito il nesso tra riqualificazione cittadina – e archeologica – e impatto sociale.

«C’è un nesso tra la collocazione di questi reperti e la trasformazione di Roma. La città non è solo un cantiere delle infrastrutture ma anche museale, di studio e di ricerca e valorizzazione dei reperti e della sua storia. Questa è la logica del progetto CArMe (Centro Archeologico Monumentale) che cerca di collegare questi interventi che hanno varie forme di finanziamento, Giubileo, PNRR, fondi della Regione e comunali, che hanno una loro individualità ma che stiamo collegando in una grande operazione di valorizzazione e rigenerazione del centro archeologico di Roma», ha aggiunto Gualtieri all’inaugurazione.

Una prospettiva, questa, che emerge con chiarezza nel progetto della stazione della metro di Piazza Venezia, pensata come infrastruttura della mobilità ma anche come un grande museo archeologico nelle profondità della città.

Grazie agli interventi giubilari, nell’area aprirà al pubblico anche la Casina del Salvi, che tornerà ad avere la sua funzione originaria di coffee-house e ospiterà una delle nuove Aule Studio di Roma.

info: sovraintendenzaroma.it