La Torre di Babele di Bruegel, un documentario ricostruisce i dettagli del lavoro magistrale

Giovedì 17 agosto l’ultima puntata della serie Masterpiece – L’Arte Svelata segue la riproduzione del celebre dipinto “La Torre di Babele”, uno dei più noti capolavori dell’arte fiamminga

Masterpiece – L’Arte Svelata è la trasmissione di Sky Arte che celebra dei grandi artisti con la riproduzione di una loro opera. Alla fine di un percorso che si snoda tra le opere di Vermeer, Mondrian, Van Gogh e ancora tra quelle di Rembrandt, Monet e Turner, Sky dedica la nuova – e ultima – puntata della serie a Pieter Bruegel, misterioso artista del XVI secolo. In onda giovedì 17 agosto, il documentario ruoterà attorno al processo di copia di La Torre di Babele, dipinto a olio su tavola presumibilmente realizzato nel 1563.

Di Bruegel si conosce poco. Oltre a non essere noto l’anno e il luogo di nascita, dell’artista non è rimasto nulla di scritto di suo pugno. E questa è un’occasione irripetibile per far parlare i dipinti. La Torre di Babele presenta un quadro intertestuale preciso, non solo in quanto rilettura – forse tra le più felici – di un episodio molto presente nelle arti visive, ma soprattutto per il suo far parte di un trittico. Bruegel ha infatti realizzato altre due opere relative a questo racconto biblico: il dipinto scelto da Masterpiece, noto anche come Piccola Torre, costituisce quindi il terzo elemento della serie. Accanto ad esso figurano una miniatura su avorio – perduta – e un altro olio su tavola conosciuto come Grande Torre.

Ma ciò che più interessa al team di Masterpiece è di nuovo l’aspetto tecnico-formale dell’opera, in vista del processo di copia. «Un progetto ambizioso», quello della riproduzione: così ne parla Lisa Wiersma, pittrice e ricercatrice. Il dipinto presenta infatti una criticità importante da affrontare, perché «il processo pittorico in sé non è difficile da capire, ma è pieno di dettagli», continua Wiersma. E questa estrema attenzione al dettaglio riguarda sia le centinaia di persone raffigurate, ognuna nella sua unicità, quanto gli aspetti architettonici e paesaggistici del dipinto. «Anche agli alberi sullo sfondo ha aggiunto piccole lumeggiature, delle schiariture. Inserire tutti quei dettagli di per sé è un lavoro impegnativo, ma se si guarda all’interno di quegli archi, di quelle nicchie, si possono scorgere corridoi che a volte si biforcano e sono disposti ad angolo retto», commenta di nuovo Lisa Wiersma a proposito dell’estrema mole di dettagli presenti nell’opera.

Nonostante non si sappia quasi nulla dell’artista, l’opera stessa fornisce all’osservatore molte notizie sul metodo di lavoro di Bruegel, se esaminata con i mezzi adeguati. Gli esperti di Masterpiece dispongono infatti di una riflettografia a infrarossi del dipinto che consente loro di accedere al disegno di fondo. Ma a un semplice sguardo si riescono già a individuare elementi che riconducono all’autore dell’opera: «guardando la torre non si può fare a meno di pensare che Bruegel abbia visitato un cantiere, lo abbia osservato da vicino per poi disegnare ciò che accadeva, la malta che viene issata e in parte cade, mattoni che vengono sollevati».

Insomma, a chiudere questa serie di riproduzioni c’è forse l’opera più complessa da realizzare rispetto a tutte le altre scelte per raccontare questi grandi artisti. Questa volta la scommessa del team di Masterpiece sta nel rielaborare il metodo scientifico con cui Bruegel ha organizzato i dettagli nel suo dipinto, ma anche nel confrontarsi con un soggetto pittorico differente, ovvero il monumento umano per eccellenza, un’utopia estinta.

L’ultima puntata di Masterpiece – L’Arte Svelata in onda giovedì 17 agosto alle 21.15 su Sky Arte.