Dietro un autoritratto di Van Gogh: i segreti della sua tecnica svelati in un documentario

Sky Arte esamina la tecnica pittorica di Vincent Van Gogh nella trasmissione Masterpiece - L'Arte Svelata.

Masterpiece – L’Arte Svelata, la trasmissione di Sky Arte che ripercorre i capolavori dei grandi artisti, dedica la puntata di giovedì 20 luglio a Vincent Van Gogh, pittore olandese del XIX secolo.

Tra i quasi duemila dipinti e disegni dell’artista, il documentario sceglie di concentrarsi su Autoritratto. Realizzato nell’inverno del 1887, è uno dei primi dipinti in cui Van Gogh impiega quello stile caratteristico che lo renderà un mito solo negli anni ’30 del secolo successivo.

Problematico da inquadrare in una corrente artistica, Van Gogh è un personaggio a sé nel panorama dell’arte figurativa di fine secolo. Al tempo stesso ne è però uno snodo centrale: da una parte raccoglie le eredità dell’Impressionismo e del Postimpressionismo, anche in virtù della sua vicinanza – seppur travagliata – con Paul Gauguin, dall’altra è un artista che rilancia la sua esperienza verso altre realtà, anticipando Espressionismo e Fauvismo. La sua vita di artista è molto breve, non solo per la morte in età giovane – nasce nel 1853 e muore nel 1890 –, ma soprattutto perché Van Gogh esplora la sua vocazione solo alla fine degli anni ’70.

Tutto ciò fa sì che il suo immenso lascito artistico sia concentrato nel periodo di un solo decennio, durante il quale Van Gogh, rimanendo per lo più sconosciuto al pubblico, si confronta con gli artisti del tempo e con la tradizione accademica. Infatti, quello tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80 è anche un periodo di intenso studio: Van Gogh apprende la tecnica dalle tele dei grandi maestri, ma al tempo stesso la mette radicalmente in discussione a favore di uno stile tutto proprio, caratterizzato, tra i tanti aspetti, da una forte potenza cromatica e dal rifiuto della prospettiva.

Riconoscibilissima, tra le tecniche pittoriche di Van Gogh, è quella esemplificata dalla Notte Stellata del 1889. Composta da pennellate molto nette di colori e – soprattutto – spessori differenti e che caratterizza anche l’opera presa in esame dal documentario. Come negli altri episodi della trasmissione, il film ripercorre le opere dell’artista a partire dall’esame approfondito di un dipinto scelto, in questo caso il già menzionato Autoritratto del 1887, seguito da un tentativo di riproduzione.

Nel film Charlotte Caspers, l’autrice della copia, viene affiancata da un team di esperti che contribuiscono a ricostruire l’ambiente storico-artistico in cui Van Gogh ha realizzato i suoi dipinti.
È infatti attraverso l’analisi dei materiali usati dall’artista e l’esame del legno della cornice, aggiunta dopo la morte, che se ne mette insieme l’immagine: Van Gogh non riesce a vivere del suo mestiere, ma nonostante ciò utilizza «i colori ad olio in tubetto, che erano all’ultimo grido» e che erano stati impiegati per la prima volta dagli impressionisti, come sottolinea il Prof. Joris Dik.

Ma l’aspetto più preponderante e attenzionato nel film rimane quello formale. Questo dipende certamente dalla necessità e dalla volontà di raccontare un artista, ma in gran parte anche dall’esigenza pragmatica del processo di copia.

«L’impasto non sembra molto denso, ma la pittura è molto reale […]. Perciò, usava allo stesso tempo pennellate sottili e più vigorose, il che è straordinario. Dovrò ottenere lo stesso risultato coi miei colori». È ciò che afferma Charlotte Caspers di fronte all’originale, appena prima di iniziare il lavoro.

Masterpiece – L’Arte Svelata ripercorre Autoritratto di Van Gogh giovedì 20 luglio alle 21.15 su Sky Arte.