Collettivo Basement, un anno di resilienza raccontato in una mostra

Roma

La resilienza, una parola molto utilizzata negli ultimi mesi, spesso a sproposito, ma sicuramente un termine calzante per descrivere una fase storica molto particolare che, fortunatamente, ci stiamo gradualmente lasciando alle spalle. Ma è stato molto interessante osservare come la resilienza sia stata applicata in ambiti diversi della società. Nel caso degli artisti, una delle categorie più trascurate dal sistema, lo sforzo è stato notevole. Ma con impegno e poesia molti di loro ci sono riusciti. Come nel caso del collettivo Basement, il gruppo di artisti che lavora a Fondamenta gallery, lo spazio espositivo di Inside Art. La mostra che Margherita Giordano, Chiara Amici, Giulia Spernazza, Giovanni Longo e Mattia Morelli hanno presentato poche settimane fa è stato un bellissimo racconto di un anno molto strano, in cui, nonostante le difficoltà, sono riusciti comunque a trarre spunto e ispirazione per una riflessione sul futuro. E ci sono riusciti con delicatezza e sensibilità, con una collettiva che più di qualsiasi presentazione è riuscita a raccontarli.

Chiara Amici, Diego

E cosa ci hanno voluto dire? Hanno raccontato il disorientamento dovuto a un inanellarsi di imprevisti, in cui sono riusciti, comunque, a trovare un nuovo equilibrio per continuare a portare avanti la loro ricerca. Una ricerca che si è focalizzata sul futuro e sulle sue possibili proiezioni. Un futuro che questa volta sembra più vicino, forse perché l’anno pandemico sembra avere divorato le distanze temporali, catapultandoci improvvisamente in un’era diversa e prossima.

Questi cinque artisti li conosciamo bene. Sappiamo la forza che mettono nei loro progetti, l’amore che hanno per l’arte, un amore che li ha portati nell’ultimo anno a fare grandi sforzi pur di continuare a esprimersi attraverso le loro creazioni. Ore piccole, corsi liberi, formazione, partnership, collaborazioni, la loro routine, come quella di tanti artisti come loro, è una continua forma di resistenza per continuare a vivere di arte. E per questo il loro esempio è ammirevole e dimostra una grande prova di resilienza.

La mostra Before/After del collettivo Basement sintetizza tutto questo vissuto e lo fa in armonia tra linguaggi diversi. Nell’installazione Diego, ad esempio, Chiara Amici concepisce un intimo dialogo con un suo antenato mai conosciuto, esplorando i lasciti emotivi e le tracce affettive dei legami di sangue. Il sale, sostanza conservatrice per eccellenza, agisce come estremo tentativo di protezione nei confronti di un immaginario momento di incontro, sospeso e cristallizzato nel tempo. In #9_FEBO, ispirato al mito di Apollo e Dafne, Margherita Giordano riporta la fuga di Dafne dentro un mondo contemporaneo per rendere attuale, e universale allo stesso tempo, il messaggio archetipo di cui il Mito è naturalmente portatore. Sono invece le informazioni al centro della ricerca di Giovanni Longo. Siano esse scientifiche, economiche o di natura culturale divengono funzionali alla creazione di elementi fragili e dinamici. Scheletri e strutture, evocazioni di una dimensione parallela. Il lavoro di Mattia Morelli si esalta attraverso una pura azione concettuale che vuole mettere in luce la precarietà degli artisti evidenziando la dicotomia che scorre tra sicurezza economica e libera espressione artistica. Infine in Giulia Spernazza il nodo è simbolo di ciò che non è stato risolto interiormente e che in questo periodo di solitudine è probabilmente destinato ad emergere. Le opere vogliono suggerire un processo di districamento, ognuna è al contempo istantanea di una condizione interiore e testimonianza di un processo in divenire.

Installation view

Anche grazie al lavoro del collettivo Basement Fondamenta gallery continua a rappresentare un’isola di sperimentazione pura, roboante e silenziosa. E se il vostro istinto vi spinge a fare l’esperienza di sbarcare in questa atmosfera creativa per qualche istante della giornata, potete andarli a trovare. Vi imbatterete in un contesto coinvolgente e delicatamente rivoluzionario. ([email protected]).

Info: https://www.facebook.com/collettivobasement