Il sacrario blu, nuova meravigliosa scoperta di Pompei

Questa volta, nell'insula X della Regio IX, è stato scoperto un sacrario con le pareti dipinte di blu. Il ministro Sangiuliano «Pompei non smette di stupire»

Dopo i bellissimi affreschi con il ciclo della guerra di Troia e i recentissimi disegni realizzati a carboncino da alcuni bambini, Pompei non smette di confermarsi prezioso scrigno dell’antico. Gli scavi risalenti a qualche giorno fa – nell’insula X della regio IX – hanno portato alla luce un sacrario con le pareti blu, attribuibile al quarto stile pompeiano, quello anche meglio conosciuto come “stile dell’illusione prospettica”, che si caratterizza da architetture fantastiche e prettamente decorative. A Roma, un esempio di questa pittura, è conservato nella Domus Aurea.

Il ministro Sangiuliano, in visita lo scorso lunedì al Parco Archeologico, accompagnato dal direttore Gabriel Zuchtriegel e da alcuni funzionari, ha affermato che «Pompei non smette di stupire, è uno scrigno di tesori in parte ancora inesplorato. È per questo motivo che abbiamo finanziato i nuovi scavi e stiamo lavorando per mantenere elevata la qualità del parco archeologico». Il colore azzurro che decora le pareti non è quasi mai testimoniato negli affreschi pompeiani, utilizzato per grandi decorazioni di ben più ampio calibro: come sappiamo invece, si trattava della stanza – di circa 8 mq – di una domus.

Il sacrario nel culto dell’Antica Roma, è il luogo della casa consacrato a divinità protettrici. Un ambiente in questo caso dedicato alla conservazione di oggetti sacri e ad attività rituali. L’approfondimento della scoperta, è stato pubblicato su l’E-Journal degli scavi di Pompei: ciò che gli studiosi hanno rilevato sullo splendido sfondo blu delle pareti, sono alcune figure femminili che affiancano quelle delle quattro stagioni sulle pareti laterali. Al centro troviamo invece allegorie dell’agricoltura e della pastorizia. Ad arricchire il tutto, anche 15 anfore e un corredo in bronzo composto da brocche e lucerne, mentre sulla soglia di ingresso è stato rinvenuto un mucchio di gusci di ostriche già consumate.

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