Zerocalcare: Quando muori resta a me

Una racconto intimo e toccante sul rapporto tra padre e figlio, ma anche su un giovane che inizia a confrontarsi con i suoi 40 anni

Da «un godibilissimo e doloroso libro» a «una storia che ti strazia», «un volume che fa ridere e commuovere», «un’opera che ti fa cappottare dalla sedia senza mai essere banale». Sono alcuni dei commenti online di persone che hanno comprato – e soprattutto letto – il nuovo graphic novel di Zerocalcare. Edito da Bao publishing, con i colori della copertina del collega e amico Alberto MadrigalQuando muori resta a me (cartonato, 304 pagine in bianco e nero, 24 euro) è stato il libro più venduto in Italia nella sua prima settima settimana d’uscita. Certo, per Michele Rech non è uno novità piazzarsi al primo posto in questa classifica. Era già avvenuto, ad esempio, nel 2022 con No Sleep Till Shengal, nel 2021 con Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia e nel 2020 con Scheletri. La vera novità, però, è il tema che Zero (super apprezzato da pubblico e critica anche per le sue due serie Netflix: Strappare lungo i bordi Questo mondo non mi renderà cattivo, rispettivamente del 2021 e del 2023) affronta in questo lavoro così intimo. A cuore (e animo) totalmente aperto. 

C’è infatti il rapporto tra padre e figlio, ma anche la presa di coscienza di un giovane uomo che comincia a fare i conti con i suoi 40 anni. Quando muori resta a me – pubblicato anche in edizione variant, con copertina alternativa di Zero con i colori sempre di Madrigal, limitata a tremila copie numerate singolarmente ed esaurita in pochissimo tempo – definisce «un flusso di coscienza» che lo conduce (assai) lontano dalla sua comfort zone di Rebibbia. Il racconto, infatti, è ambientato a Merin, un piccolo centro montano – disperso nel nulla – del Friuli Venezia Giulia dove il nostro affronta anche il tema delle proprie radici. Ed eccolo in viaggio con papà verso il paesino tra le Dolomiti da cui proviene la famiglia paterna (“prole degenerata con zero senso delle radici”): un trasferta che è pure la scusa per comprendere meglio “Genitore 2”. Ma Zero e suo papà sono agli antipodi negli interessi, incapaci di parlare/confrontarsi su qualsiasi argomento, figuriamoci su quelli più significativi. E ciò rende particolarmente difficile il tragitto in auto (“sarà un viaggio lunghissimo”).

Ma non è tutto, perché la famiglia di Michele non è vista di buon occhio (per usare un eufemismo) in paese (“te vien qua da Roma a fare lo spavaldo. El grande artista che riva qua tra i montanari. El comunista che fa la morale coi schei del bisnonno”). L’origine di tanto odio? Alberga prima della Grande guerra, per poi legarsi al mistero che circonda, da trentacinque anni, il giorno più oscuro – e al contempo rappresentativo – della vita di Calcare (quello che lui fin, da piccolo, rammenta come “il giorno di Merman”, in rimando all’omonimo personaggio della linea di giocattoli dei Masters of the universe, creato nel 1981 da Mattel, di cui Zero è un grande fan). 

«Tutte le emozioni descritte in questo libro sono state provate veramente. Nomi, luoghi e situazioni potrebbero essere stati modificati, per tutelare i sopravvissuti», è la frase che apre quest’ultima fatica letteraria del fumettista aretino – ma romano d’adozione – classe 1983, trasferitosi poi a Roma (pardon, Rebibbia, quartiere a cui è legatissimo). In Quando muori resta a me, Zero – che nel 2018 è stato protagonista di una grande mostra al MAXXI Scavare fossati, nutrire coccodrilli – affronta dunque l’intimo e complesso rapporto con suo padre. Un confronto che lui stesso definisce «in qualche maniera silenzioso e probabilmente monco per parecchie ragioni, anche per la complessità di comunicare che forse hanno anche i maschi in generale». Ma nel graphic novel – fruibile anche in versione audiolibro per Storytel, letto dallo stesso autore e dall’attore Neri Marcorè – c’è anche (tanto) spazio per la sua apprensione nei confronti della genitorialità, giunto alla soglia dei 40 anni (con Dimentica il mio nome del 2014, probabilmente il suo lavoro più maturo, aveva “chiuso” i 30). 

Ricco di citazioni (dalla serie tv Shameless alla striscia a fumetti Peanuts, tanto per dire), Quando muori resta a me – che segue La profezia dell’armadillo e Un polpo alla gola (2012), Ogni maledetto lunedì su due e Dodici (2013), L’elenco telefonico degli accolli (2015), Kobane calling (2016), Macerie prime (2017) e Macerie prime sei mesi dopo (2018), La scuola di pizze in faccia del professor Calcare (2019), A babbo morto: una storia di Natale (2020), oltre ai già citati Dimentica il mio nome, No Sleep Till Shengal, Niente di nuovo sul fronte di Rebibbia e Scheletri, tutti editi da Bao publishing – parla, con grande maturità («tutto quello che ho fatto finora mi è servito per capire esattamente come raccontare questa storia», ammette l’autore) di morte, terrore della solitudine, nostalgia, tempo che scorre, eterna gioventù. Situazioni e sentimenti filtrati dal complesso rapporto tra genitore e figlio, incastonati in una storia che mette in campo emozioni complesse. Un confronto arduo, che riflette da vicino quello di numerose persone. E in questo Zero (che, come al solito, non si esime dal mettersi a nudo, mostrando le sue fragilità) ha sempre molto da insegnare.

Info: www.baopublishing.it