Grande affluenza alla GNAM per la presentazione di Mario Ceroli – Le forme della meraviglia, il nuovo documentario scritto e diretto da Guido Talarico e coprodotto per Rai Cultura da FAD e da Lilium Distribution. Il film è stato proiettato in anteprima assoluta il 15 maggio alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, in un evento esclusivo.


La proiezione è stata preceduta da una presentazione del film introdotta dalla stessa direttrice della GNAM Cristina Mazzantini, alla quale hanno preso parte anche Guido Talarico, Simona Garibaldi, produttrice insieme a Talarico del documentario, Piero Corsini vicedirettore di RaiCultura e direttore di Rai 5 e l’artista Mario Ceroli. All’appuntamento hanno partecipato ospiti autorevoli del calibro di: Angelo Crespi, direttore della Pinacoteca di Brera, il critico d’arte Gabriele Simongini – entrambi intervenuti nel documentario – il Principe Guglielmo Giovannelli Marconi, l’ex parlamentare, nonché collezionista appassionato d’arte contemporanea Fausto Bertinotti, l’ambasciatore Umberto Vattani accompagnato dalla moglie Isabella, Stefano Genovese, Direttore Rapporti Istituzionali di Unipol, l’imprenditrice ed ex eurodeputata Luisa Todini e i collezionisti Ines Musumeci Greco, Moroello Diaz della Vittoria Pallavicini e Stefano Toti.


Le parole della direttrice Mazzantini aprono la serata: «Sono molto felice di presentare oggi e in questa sede, il documentario dedicato a Mario Ceroli, a cui avete partecipato numerosi. Si tratta di un artista monumentale, molto romano, molto attaccato alla tradizione, ma anche un grandissimo innovatore. Impossibile da etichettare in una singola categoria artistica. Negli anni si è avvicinato a tanti movimenti, ma mantenendo sempre una sua inventiva, che ha radici profondissime. in questo documentario abbiamo voluto far conoscere anche l’uomo, oltre che l’artista e il creativo. Una persona profonda e un grande artista che si racconta in una veste del tutto inedita».

La parola va poi al videdirettore di RaiCultura, Piero Corsini: «Non potevamo dire di no a questo documentario. Mario Ceroli è tra gli artisti che lavora la materia viva, come il legno. Questo legame tra la vita del legno e la creaività dell’artista a me pare particolarmente significativo. Soprattutto per come lui l’ha declinato nella sua vita. C’è un passaggio del documentario in cui il maestro ricorda gli anni ruggenti della Roma degli anni Cinquanta. Anni meravigliosi, in cui la Capitale viveva un periodo di enorme fermento. Un entusiasmo che oggi mi sembra purtroppo venga meno. Ecco, se l’arte di Mario Ceroli possiede un insegnamento è quello di spingerci a riportare l’attenzione all’importanza dell’arte, che ci dice chi siamo e ci mostra come interfacciarci con gli altri esseri umani, fondamentale in questo inizio di Ventunesimo secolo».

«Come sapete quest’anno ricorrono i primi vent’anni di Inside Art – ha detto Talarico – In questi anni abbiamo avuto la fortuna di vedere, anche grazie al Talent Prize, tantissimi studi d’artista. Quello di Ceroli però esce dall’ordinario: è un luogo magico, ricco di fascino e di opere sorprendenti. E poi c’è Mario una persona che da un lato incute timore per la sua grandezza artistica, dall’altro trasmette un’energia senza precedenti. Nel suo studio si rimane attoniti d’innanzi alla bellezza e alla mole dei lavori presenti. Quando nel film parla di Meraviglia, Ceroli si rivolge a quel sentimento che lui stesso e per primo ha provato.
“Questo incontro e questo lavoro resteranno come un ricordo indelebile nella mia memoria – ha concluso Talarico – e di questo ringrazio Cristina Mazzantini. La ringrazio per come ha curato il documentario e per come ha rilanciato e sta rilanciando la GNAM, un museo che può testimoniare e sospingere un cambiamento culturale di cui Roma ha bisogno”.
Anche Mazzantini nel suo intervento ha sottolineato la grandezza dell’artista Ceroli, ricordandone i tratti innovativi, la raffinata qualità del suo lavoro e la grande ricerca compiuta sui materiali a cominciare dal legno. “Sono felice di presentare qui alla Gnam questo lavoro dedicato ad un grande maestro quale Mario Ceroli è certamente. La sua arte, la sua ricerca rappresentano un’eccellenza del nostro patrimonio culturale”

Poche parole, infine, quelle del maestro, ma emozionatissime: «Come faccio a non dire la meraviglia. Io faccio un lavoro che forse non dovevo fare perché mio padre faceva il muratore. Ma sono stato adottato da questa città tantissimi anni fa».

La penombra della sala accoglie, poi, l’inizio del documentario. Il film svela la potenza creativa e l’innovazione di un artista straordinario. La narrazione inizia con un’immersione nell’atmosfera quasi incantata del suo studio, situato nella campagna romana, che accoglie più di 500 opere, alcune di proporzioni monumentali. Le telecamere seguono Ceroli nell’atelier, mostrando la meticolosa gestione dello spazio, che riflette l’evoluzione della sua arte attraverso decenni. Il documentario mette in luce come Ceroli abbia sempre privilegiato il valore estetico, pur essendo un protagonista di avanguardia nell’ambito dell’Arte Povera e un pioniere nell’uso di materiali umili come il legno: «Puoi costruire l’ombra con la carta è vero, ma fatta con il legno è una cosa diversa perché si materializza, rimane».
La narrazione si arricchisce delle testimonianze di personalità influenti, come appunto la direttrice della GNAM Cristina Mazzantini, il direttore della Pinacoteca di Brera, Angelo Crespi, e il critico d’arte Gabriele Simongini, offrendo uno sguardo approfondito sia sull’artista che sull’uomo Ceroli.
Si ripercorre così la sua vita, dall’infanzia in Abruzzo all’approdo a Roma, dove studia presso l’Accademia di Belle Arti e inizia a sperimentare con materiali come la ceramica prima di rivolgersi al legno, che lo porterà a vittorie significative come il premio per la giovane scultura italiana nel 1958, per poi arrivare ad oggi, con una consapevolezza: «Sono sicuro che se mi fossi tagliato le mani alla sega sarei ancora qui a lavorare. Ma non è accaduto, perché ho voluto bene a quello che facevo e a questi pezzi di legno. Io gli ho voluto davvero bene e ci credo ancora oggi all’età di 86 anni. La cosa bella è che mi diverto ancora come un pazzo».
Questo è il quarto film che Talarico presenta con Lilium Distribution per Rai Cultura, dopo L’Intuizione di Duchamp, del 2022, Rembrandt, il capolavoro ritrovato e, l’ultimo, Emilio Isgrò – Come cancellare l’inutile, presentato nel 2023 e dedicato al lavoro del maestro della cancellatura Emilio Isgrò, ora Protagonista 2024 alla GNAM.

Il film è presentato al pubblico su Rai 5 il 15 maggio alle ore 21.30 all’interno del programma curato da Silvia de Felice e presentato da Neri Marcoré, Art Night e dal 16 maggio disponibile su Rai Play.