Papa Francesco in Biennale: un primato umano, storico e artistico

Un'arte disobbediente e lontana dalla violenza: il Papa ha incontrato gli artisti della Biennale di Venezia e visitato il Padiglione della Santa Sede

Cinque ore – questa la durata – della visita di Papa Francesco a Venezia. Un breve ma inteso lasso di tempo che costituisce un primato storico e artistico: sia perchè è la prima volta che un pontefice si reca in Biennale, sia perchè il Padiglione della Santa Sede Con i miei occhi, allestito nel carcere femminile della Giudecca è unico e senza precedenti. Il primo incontro è stato con le recluse del carcere, tra frammenti di vita e problemi che fin da troppo tempo riguardano il sistema penitenziario italiano: sovraffollamento, violenza, sofferenze.

L’incontro con gli artisti è avvenuto nella chiesa della Maddalena, ovvero la cappella carceraria: Papa Francesco ha definito l’arte come una «città che disobbedisce al regime di violenza e discriminazione per creare forme di appartenenza umana capaci di riconoscere, includere, proteggere, abbracciare tutti». Una importante riflessione è scaturita poi dal titolo del Padiglione vaticano Con i miei occhi, in un’arte che educa lo sguardo non «possessivo, indifferente o oggettivante» ma «contemplativo».

Un richiamo urgente è stato poi rivolto agli artisti e al mercato dell’arte, binomio univoco e controverso e a cui troppo spesso impossibilitiamo una scissione. L’invito del pontefice è proprio quello di «distinguere l’arte dal mercato, che promuove e canonizza, ma c’è sempre il rischio che vampirizzi la creatività, rubi l’innocenza e, infine, istruisca freddamente sul da farsi». Infine, l’esemplare ricordo di artiste coraggiose e rivoluzionarie come Frida Khalo, Corita Kent o Louise Bourgeois e l’augurio di un’arte che possa valorizzare il contributo delle donne «mi auguro con tutto il cuore che l’arte contemporanea possa aprire il nostro sguardo, aiutandoci a valorizzare adeguatamente il contributo delle donne, come coprotagoniste dell’avventura umana». «Accanto a voi mi sento a casa», ha continuato il papa: e questa Biennale più che mai, ci ricorda che ovunque si vada si incontreranno stranieri – perchè tutti lo siamo – e che chiunque, persino un papa, può esserlo.

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