La Fondazione Sandretto apre la Biennale con una performance

Il rito sciamanico dell'artista coreana Eun-Me Ahn si è svolto sull'isola di San Giacomo, dove la Fondazione Sandretto aprirà la nuova sede

La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo torna a Venezia, sull’Isola di San Giacomo, in occasione della Biennale. Per l’inaugurazione della 60. Esposizione Internazionale d’Arte a cura di Adriano Pedrosa, la Fondazione ha pensato a una performance sciamanica, che è pure il preludio a una nuova vita per l’istituzione. Proprio nel luogo dell’evento, l’Isola di San Giacomo, sorgerà infatti la terza sede della Fondazione, attualmente in restauro, pronta ad aprire al pubblico nel corso del 2026.

Pinky Pinky ‘Good’: San Giacomo’s Leap into Tomorrow è il nuovo progetto dell’artista, danzatrice e coreografa coreana Eun-Me Ahn che la Fondazione Sandretto ha presentato sull’Isola di San Giacomo nella laguna di Venezia. A cura di Hans Ulrich Obrist, l’evento si è tenuto il 18 aprile, in concomitanza con l’apertura della Biennale d’Arte.

Ispirato alla tradizione sciamanica coreana e concepito appositamente per l’ambiente veneziano, Pinky Pinky “Good” è un rituale collettivo e trasformativo di benedizione, in cui Eun-Me Ahn invoca gli spiriti del passato su un’isola che, in tempi diversi, ha ospitato un antico monastero e una guarnigione militare dell’era napoleonica, onorando la sua nuova esistenza come luogo per l’arte contemporanea.

Saturando lo spazio di simboli, l’artista ha dato vita a una performance dinamica che ha popolato l’isola di fumo e pietre rosa. «All’interno dell’ex polveriera – hanno spiegato gli organizzatori – l’artista ha stabilito un collegamento unico tra l’aldilà e il presente attraverso l’inclusione di sculture umane, suscitando un fluido intreccio di tempo e spazio che trascende i confini storici. Eun-Me Ahn ha concluso la performance versando simbolicamente sull’isola acqua di mare di Venezia usando una gru, allusione a un audace salto verso il futuro di San Giacomo attraverso la trasformazione dei suoi elementi fondamentali in nuovi simboli».

Accanto al progetto, una pubblicazione curata da Mark Rappolt che è stata distribuita nel corso dell’evento, insieme a una mela per rendere omaggio al regista Jerzy Grotowski che nel settembre del 1975, per la Biennale del Teatro, aveva messo in scena Apocalypsis cum figuris sull’isola di San Giacomo.