La Fondazione Henraux porta Haris Epaminonda alla Milano Art Week

Sarà esposta al Museo del Novecento l'opera dell'artista vincitrice del concorso di scultura promosso dalla Fondazione Henraux

La settimana dell’arte a Milano tocca anche gli spazi del Museo del Novecento, che con la Fondazione Henraux ha annunciato l’inaugurazione di VOL. XXXI: Futurism Drama, l’intervento site-specific che l’artista cipriota Haris Epaminonda ha realizzato appositamente per la Galleria del Futurismo del museo meneghino. Visitabile dal 10 aprile al 12 maggio 2024, l’opera è l’esito della prima edizione di Fondazione Henraux Sculpture Commission, premio assegnato annualmente in occasione di miart, fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano.

Già vincitrice del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia del 2019, Haris Epaminonda ha ottenuto il riconoscimento promosso dalla Fondazione Henraux, istituita nel 2011. «Puntiamo a un deciso rilancio della scultura e della lavorazione artistica del marmo e le prestigiose collaborazioni che abbiamo attivato vanno proprio in questa direzione che, del resto, rappresenta il principale obbiettivo della Fondazione impegnata nella valorizzazione del proprio patrimonio storico, artistico e produttivo», ha affermato il presidente Paolo Carli. Il premio annuale di scultura prosegue in questo intento, prevedendo infatti la commissione di un’opera in marmo a un artista selezionato in fiera, da realizzarsi nel corso di una residenza nella sede della Fondazione a Querceta di Seravezza (LU).

A seguito del premio e nel quadro della Milano Art Week, che dall’8 al 14 aprile prevede un ricco programma di iniziative culturali in occasione della fiera, al Museo del Novecento inaugurerà l’esposizione dell’intervento di Epaminonda, a cura di Edoardo Bonaspetti e promossa dalla Fondazione Henraux. L’opera dell’artista cipriota, che verrà presentata il 10 aprile, muove verso le espressioni del Futurismo e la ricerca scultorea di Medardo Rosso, figura di riferimento dell’avanguardia e citata nel primo Manifesto dei pittori futuristi del 1910.

La scultura di Rosso esercita una profonda influenza su Umberto Boccioni per le forti compenetrazioni tra arte e vita, e anticipatrice di quella “scultura d’ambiente” cara al movimento, contraddistinta da intrecci di piani, effetti di luce e permeabilità plastiche con lo spazio circostante. Al tempo stesso, la sua ricerca esplora strade alternative all’individualismo, alla bellezza della lotta e all’esaltazione del progresso promossi dal Futurismo, scegliendo personaggi umili di cui esalta le fragilità e le sofferenze, spesso rappresentati attraverso una ricerca della transitorietà del tempo.

Muovendosi tra questi temi, Epaminonda realizza installazioni che intersecano piani e visioni poetiche, in cui la meticolosa ricercatezza formale convive con le dimensioni del non finito. Nei suoi tableaux le superfici si riflettono, mescolando componenti reali e astratte sulla base di precisi schemi architettonici da lei progettati. L’artista offre così uno spazio introspettivo, ricco di simbologie in cui il passato e il presente si fondono in un continuum senza tempo.

Il sistema di associazione è storico nelle opere dell’artista, che unisce oggetti trovati e nuovi in un nuovo contesto. Così accade nella sperimentazione che Epaminonda ha portato alla Galleria del Futurismo, in cui prende posto la versione in marmo Verde Luana della Portinaia (1883-84) di Rosso, realizzata presso l’azienda Henraux con avanzate tecniche di lavorazione 3D e l’intervento di abili maestranze. Dando vita a un’opera che unisce tradizione e innovazione, l’artista ha creato la possibilità di aprire nuovi mondi.

info: museodelnovecento.org

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