Massimo Uberti, addio prematuro a un grande artista

A soli 58 anni ci ha lasciato Massimo Uberti, docente, direttore artistico e fautore di un'arte luminosa che resterà per sempre accesa

Ci ha prematuramente lasciato questa notte, dopo una lunga malattia, Massimo Uberti. L’artista bresciano, diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Milano agli inizi degli anni Novanta ha ottenuto importanti riconoscimenti in Italia e all’estero, tra numerose personali e collettive. Dopo una formazione prettamente pittorica, passa alla fotografia, fino all’uso del neon come espediente e strumento essenziale per la sua ricerca spaziale. Nel 2020 crea SPAZIO AMATO, un’opera permanente esposta nell’Oasi del WWF del Lago di Burano e nel 2022 è vincitore del bando MIBACT per il piano dell’arte contemporanea. Per il riconoscimento delle sue opere di arte pubblica viene esposta a Riyadh CITTA’ IDEALE durante il NOOR Riyadh Festival.

La luce è l’immancabile protagonista della sua arte: Massimo Uberti parte dalla fotografia come matrice di scrittura luminosa e da qui sviluppa innumerevoli possibilità spaziali. I suoi lavori sono il risultato di una sottrazione della materia che raggiungono l’essenzialità della struttura, spazi inediti che mettono in crisi i concetto di interno ed esterno. «Gli spazi possono essere vasti e naturali o anonimi e contorti, come le periferie, i luoghi invece hanno un anima, sia che si trovino in aree urbane o sull’alto di un monte. È il nostro sguardo che ne cambia il paesaggio abitandolo. Se rispettiamo la natura dei luoghi, l’essenza di ciò che c’era resta. Ciò che cambia è l’ habitat, non la sua anima», queste le sue parole all’intervista qui rilasciata nel 2020.