Castello di Rivoli, il neodirettore annuncia il nuovo programma (e non solo)

Francesco Manacorda ha individuato i punti di forza del museo come piattaforma dell'arte contemporanea. E la città di Rivoli vuole esserne la capitale

Nello scenario del cambio di guardia ai vertici delle più importanti istituzioni museali del Paese, prende parola anche il nuovo direttore del Castello di Rivoli – Museo d’arte contemporanea. Dopo aver assunto l’incarico a inizio gennaio, Francesco Manacorda ha incontrato la stampa insieme alla presidente del Museo Francesca Lavazza per presentare le linee guida del suo mandato e il programma espositivo di quest’anno. Ma accanto alle questioni legate al museo, che compie quarant’anni, anche un riferimento alla città di Rivoli e alla sua candidatura come Capitale dell’arte contemporanea.

I quarant’anni del Castello di Rivoli: le parole della presidente Lavazza

«Con l’ingresso del nuovo Direttore Francesco Manacorda, il Castello di Rivoli riconferma la propria identità e prospettiva nel contesto artistico internazionale. Da quarant’anni, il Museo ha sviluppato una cultura dinamica che ha consolidato la propria posizione di spicco nell’ambito dell’arte contemporanea e dei suoi linguaggi. Questa istituzione ha contribuito a esplorare la complessità della nostra epoca, partendo dai movimenti creativi che qui si sono generati, e che da qui si sono diffusi», ha dichiarato la presidente Francesca Lavazza.

«Il Castello di Rivoli è un punto di riferimento per un pubblico sempre più ampio, grazie all’apertura verso nuove iniziative progettuali, che sono certa Francesco Manacorda porterà avanti con entusiasmo, lungimiranza e competenza. Fin dalla sua fondazione nel 1984, il Museo ha anticipato tendenze e sperimentazioni, che hanno permesso di comprendere e interpretare il mondo in continua evoluzione. Voglio augurare un buon lavoro al nuovo Direttore, e a tutta la squadra del Castello – ha concluso Lavazza – per la realizzazione di un programma ambizioso quanto innovativo».

Il direttore Manacorda: il Museo ha una «vocazione civica»

Nel presentare il programma espositivo 2024, Francesco Manacorda ha esordito alla direzione del museo piemontese sottolineando i punti chiave che saranno il manifesto del suo mandato. «La missione principale di un museo di arte contemporanea è quella di ‘incastonare’ l’arte nella società civile, rendendola visibile, rilevante e significativa. In questo processo, il Museo deve costruirsi attorno una crescente comunità di persone che comprendano, interpretino e partecipino alle innovazioni artistiche», ha affermato.

«Il punto centrale di questa vocazione civica risiede nella modalità in cui il museo valida, ovvero dà forza e valore all’arte contemporanea, e nel suo dovere di abilitare il pubblico all’esperienza intellettuale ed emotiva di tale validazione. Il Museo ha chiari doveri verso il pubblico, gli artisti e la cultura di cui è strumento. Per il pubblico, il Museo deve essere una piattaforma in cui, attraverso la cultura, mette i suoi partecipanti in condizione di decodificare il mondo che li circonda. Nei confronti degli artisti, deve amplificare la loro voce e permettere loro di rappresentare i temi per loro più urgenti. In relazione alla cultura, il Museo ha il compito di far dialogare civiltà lontane e continuare ad arricchire il patrimonio artistico della sua comunità», ha concluso.

Diversi i punti chiave che Manacorda ha tratteggiato, primo tra tutti la potenzialità del paradigma di ‘futuro nel passato’ che contraddistingue l’istituzione. Nato a partire dall’Arte Povera, il museo sfrutta questo punto di partenza, proiettando l’arte italiana in un contesto internazionale e all’avanguardia. Accanto alla vocazione sociale e al compito internazionale, il Castello di Rivoli sottolinea anche il suo imperativo educativo, riconfermandosi come spazio di allenamento del pensiero critico, e la centralità della propria collezione.

I nodi del programma espositivo 2024 del Castello di Rivoli

La nuova stagione espositiva del Castello di Rivoli prenderà avvio il 20 aprile con l’inaugurazione della prima retrospettiva in un’istituzione museale italiana dedicata a Rossella Biscotti (Molfetta, 1978), le cui opere investigano le nozioni oggi sempre più cruciali di memoria, identità e il ruolo del documento e del gesto performato nella definizione di cultura, storia e società.

Seguirà poi la mostra Paolo Pellion di Persano. La semplice storia di un fotografo, a cura di Marcella Beccaria e Andrea Viliani, che avviene in sinergia con il nuovo Festival della fotografia EXPOSED, di cui è parte della programmazione ufficiale e che vede diversi progetti in collaborazione con il museo. Nei mesi di febbraio e marzo, invece, prenderà vita Nature vibranti. Sul residuo e la rinascita, un programma trans-disciplinare che promuove l’incontro tra approcci e prospettive differenti all’insegna dell’inclusione di tutte le specie e forme di vita tramite un programma di laboratori, passeggiate, performance, talk, reading poetici e installazioni.

Diversi i progetti per l’autunno, dalle celebrazioni per i quarant’anni del museo al il primo grande progetto espositivo curato da Francesco Manacorda, Mutual Aid – Arte in collaborazione con la natura. La mostra coinvolge artisti che sin dagli anni sessanta hanno lavorato sulla questione ecologica e sul nostro rapporto con l’ambiente, per giungere alla crisi climatica attuale e agli sviluppi teorici intorno all’antropocene.

Non solo il museo: per Rivoli una candidatura importante

Un panorama, quello del Castello di Rivoli, che manifesta la vocazione al contemporaneo della città. Nell’incontro con la stampa, Manacorda e Lavazza hanno fatto riferimento anche alla candidatura di Rivoli come Capitale dell’arte contemporanea, di cui ancora non è stato pubblicato il bando e per cui sarebbe in gioco la somma di un milione di euro, cifra che dovrà essere utilizzata per interventi di realizzazione e riqualificazione di aree e spazi destinati alla fruizione dell’arte contemporanea.

A questo proposito, arriva un commento dal sindaco di Rivoli Andrea Tragaioli. «È un’opportunità che la città di Rivoli non può farsi sfuggire. Un finanziamento che darebbe prestigio al nostro museo. Ho trovato subito la sponda della Regione Piemonte e del Comune di Torino, soci del Museo, oltre a quella del presidente del Museo. Se lavoreremo in squadra porteremo a casa un grande risultato. Dovremo sederci a un tavolo per disegnare le linee di indirizzo, hanno dato tutti la loro disponibilità», ha dichiarato il sindaco.

Articoli correlati