Biennale 2024: i Leoni d’oro vanno al Padiglione Australia e a Mataaho Collective

Premiata la ricerca antropologica del Padiglione Australia e la monumentalità dell'opera del collettivo

Il sabato è da sempre il giorno in cui la giuria della Biennale Arte comunica i vincitori dei Leoni d’Oro, d’Argento e Menzioni varie.

Il Leone d’Oro per la miglior Partecipazione Nazionale va quest’anno al Padiglione Australia, con la seguente motivazione: «In questo quieto Padiglione di grande impatto, Archie Moore ha lavorato per mesi per disegnare a mano con il gesso un monumentale albero genealogico della First Nation. Così 65.000 anni di storia (sia registrata che perduta) sono iscritti sulle pareti scure e sul soffitto, invitando gli spettatori a riempire gli spazi vuoti e a cogliere la fragilità intrinseca di questo archivio carico di lutto».

Mataaho Collective, con l’installazione nella sala d’ingresso all’Arsenale, si aggiudica il Leone d’Oro per il miglior partecipante alla rassegna con la motivazione: «Ha creato una luminosa struttura intrecciata di cinghie che attraversano poeticamente lo spazio espositivo. Facendo riferimento alle tradizioni matrilineari dei tessuti, con la sua culla simile a un grembo, l’installazione è sia una cosmologia che un rifugio. Le sue impressionanti dimensioni sono una prodezza ingegneristica che è stata resa possibile solo dalla forza e dalla creatività collettiva del gruppo».

Il Leone d’Argento, invece, va alla giovane Karimah Ashadu: «Con un’intimità bruciante, cattura la vulnerabilità di giovani uomini provenienti dal nord agrario della Nigeria, emigrati a Lagos e finiti a bordo di mototaxi illegali. La sua lente femminista è straordinariamente sensibile e intima e cattura l’esperienza subculturale dei motociclisti e la loro precarietà economica».

Le Menzioni speciali vanno invece a: Samia Halaby, il Padiglione del Kosovo e a La Chola Poblete.

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