Appena arrivato il verdetto della 173° assemblea generale del Bureau international des expositions per Expo 2030. Indiscusso il trionfo di Riad, che ha ottenuto i due terzi dei voti necessari alla vittoria immediata. Nessun ballottaggio, quindi, con le altre due città in corsa: Busan, al secondo posto, e Roma, al terzo posto con soli 17 voti dei 182 totali.
A Parigi sono momenti di festa per l’Arabia Saudita, che per Riad aveva proposto il tema L’era del cambiamento: insieme per un futuro lungimirante. Accanto al progetto Vision 2030 del principe ereditario Mohammed bin Salman, Expo 2030 sarà per l’Arabia Saudita e per la città di Riad un’occasione per un futuro meno dipendente dal petrolio e per andare verso un’economia più diversificata.
Erano grandi invece le aspettative per la Capitale. Quantomeno, si sperava nel ballottaggio con la vincitrice saudita. Il progetto di Roma, che non ha mai ospitato l’Esposizione Universale, non ha avuto il risultato sperato. Con un appoggio da parte di soli 17 voti, Roma si posiziona in fondo alla classifica finale.
Con il suo tema Persone e Territori: Rigenerazione, Inclusione e Innovazione, la Capitale stimava – e sperava – di attirare oltre 23 milioni di spettatori. Expo 2030 sarebbe stata una nuova occasione per la città, che ha perso così l’impatto economico di 50,6 miliardi di euro. I fondi Expo 2030 avrebbero infatti contribuito in modo decisivo a quel cambiamento che già si profila nella Capitale, che chiede un nuovo volto e un interscambio più immediato tra centro e periferia. Accanto ai fondi PNRR e Giubileo 2025, alle nuove immagini della città che propone il progetto Distretto del Contemporaneo, Expo 2030 sarebbe stato l’elemento chiave per una rivoluzione urbana.