Arte in Nuvola chiude i battenti con il sorriso. La terza edizione è capace di dimostrare il suo costante miglioramento, lasciando addetti ai lavori e appassionati soddisfatti di una proposta ben organizzata e in grado di non far annoiare un pubblico sempre più esigente. Arte in Nuvola sta finalmente mettendo a terra una progettualità efficace che, nel concreto, rende il lavoro svolto dall’organizzazione una testimonianza utile a far comprendere sempre più chiaramente la rilevanza di questa fiera nel presente e, soprattutto, nella lunga prospettiva.
La fiera non è sola
Arte in Nuvola matura anno dopo anno, passo dopo passo. Dalla selezione delle gallerie alla presentazione dei progetti speciali, la fiera Capitolina offre un positivo esempio di sinergia territoriale con istituzioni pubbliche e private. Il tentativo di creazione di un network si dimostra finalmente solido e a questo va a sommarsi un’interessante novità: la sinergia con le altre realtà attive nel settore artistico, estranee alla fiera, ma in grado di offrire una ghiotta serie di proposte che si aggiungono al ventaglio di iniziative cittadine. Queste riescono a far trapelare un’immagine della città più veritiera – basta guardare la concomitanza dell’apertura di Villa Medici per la sua annuale notte bianca, o la proposta alternativa del giornalista Nicola Zanella che apre il suo appartamento al pubblico con una speciale esibizione di Giulio Alvigini alias Make Italian Art Great Again in collaborazione con le gallerie Fuoricampo e Una, o Galleria Continua che inaugura l’esposizione di Hiroshi Sugimoto e altre ancora – rispetto agli anni passati e pronta a farsi scoprire dagli avventori nella sua pluralità in queste ultime giornate.
I progetti speciali: un grande tesoro ancora da valorizzare
Arte in Nuvola gode di un privilegio non concesso a tutti gli altri competitor nazionali: il supporto quasi totale delle istituzioni. Tra gli altri, il Ministero della Cultura, La Farnesina, la Rai, l’Archivio Luce Cinecittà e anche il Museo MAXXI hanno fatto sentire la propria vicinanza al contenitore fiera che ha goduto di un supporto eccezionale e che ne distingue l’offerta rispetto a tutto i resto del panorama fieristico italiano. Tale prestigio va ancora saputo capitalizzare al meglio: i progetti presentati potrebbero veicolare messaggi maggiormente capaci di catalizzare l’attenzione del pubblico che rimane incuriosito proprio dall’eccezionale presenza di collezioni poco conosciute ma estremamente ricche di tesori.
Tra i progetti speciali del piano inferiore va dato atto alla Galleria Tornabuoni Arte di aver superato se stessa. La galleria è infatti meritevole di aver realizzato un delizioso viaggio nella ricerca di Alighiero Boetti, attraverso un progetto raffinato e pieno di opere straordinarie capaci di rapire l’attenzione dei visitatori dalla prima all’ultima parete espositiva.
Le performance: una dichiarazione d’amore al pubblico
L’usuale serie di performance, che anche in questa occasione è stata messa in atto, pone in evidenza la volontà della Fiera di non volere essere riconosciuta come un semplice punto di riferimento per il mercato ma anche come un propulsore culturale che guarda alla sensibilizzazione di un pubblico non specializzato sulla variegata ed effervescente proposta artistica nazionale. A tal proposito si dimostra meritevole di una menzione la performance di Alice Schivardi, Corvi o Colombe?, a cura di Valentina Ciarallo, realizzata durante l’ultima giornata espositiva: un momento di riflessione sulla dualità del bene e del male nel nostro contemporaneo, così tendente alla polarizzazione ma allo stesso tempo bisognoso di una lettura che prende coscienza dell’ampia gamma di grigi che appartengono alla realtà odierna.
Giudizi polarizzati, bisogno di compromessi
Proprio a proposito di polarizzazione, Arte in Nuvola ha spesso incontrato un giudizio estremante radicale, positivamente e negativamente espresso, sulla sua attuale modalità di manifestazione. Aspre critiche e smodati complimenti si sono susseguiti in questo triennio, a torto e a ragione senza dubbio, ma molto spesso poco coscienti della vera natura di una fiera solo agli inizi della sua storia e che sta pian piano costruendo una sua identità.
I numeri sono sempre dalla sua parte: la Fiera gode di un vasto pubblico e migliora le sue performance di vendita. La raffinatezza dell’offerta artistica cresce, dando spazio alle gallerie giovani e offrendo sempre più credibilità nella collaborazione con gallerie già ampiamente affermate.
L’offerta di Arte in Nuvola porta una curiosa proposta sul contemporaneo, ancora ampiamente migliorabile, ma certamente in costante risalita rispetto alle edizioni passate: la serie di gallerie che affollano il piano superiore portano nella Nuvola di Fuksas una serie di sperimentazioni e di ricerche che superano le scorse edizioni e lasciano ancora una volta intuire il profumo di un’evoluzione sempre più interessante. Nota di merito, in particolare, alle gallerie Mimmo Scognamiglio e Valentina Bonomo che portano in mostra il giovane artista classe 1997 Yu Xiang Wang (ndr. Secondo classificato ex equo nel nostro Talent Prize) che esordisce per la prima volta in fiera e si aggiudica il Premio Young.
La strada è in salita ma l’entusiasmo non manca. Questo giovanissimo appuntamento fieristico affronta coscientemente i suoi puti deboli cercando di zittire i detrattori che in queste edizioni ne hanno fortemente osteggiato la popolarità. Nonostante questo la rotta è chiara: Arte in Nuvola punta a prendere sempre maggiore spazio sul territorio nazionale diventando un punto di riferimento non solo per il centro-meridione ma gareggiando alla pari con gli altri colossi ben più longevi già da anni insediati nelle regioni del nord. Il coraggio non manca.
Arte in Nuvola crescerà: che sia un augurio o che sia un pronostico lo lasciamo scegliere a voi lettori.
Info: romaarteinnuvola.eu