Maupal, l’eroe dei detenuti delle carceri italiane

Dal 2011 lo street artist Maupal organizza e partecipa a workshop realizzando murales con i detenuti nelle carceri italiane

courtesy immagine Daniele Tozzi

Una rubrica (p)artecipattiva che racconta di arte, artisti e sostenibilità

“C’è chi è in prigione e chi si sente imprigionato,
ma i sogni e le speranze saranno sempre liberi per chiunque.”
(Maupal)

Lo sapevate che Maupal è stato più volte in carcere?

Dal 2011 organizza e partecipa a workshop con i detenuti nelle carceri italiane (Catanzaro, Padova, Milano, Napoli), dove lavora con persone di ogni età, minorenni e settantenni, condannati per reati e crimini di ogni tipo, che diventano artisti per uno o più giorni e realizzano murales sotto la guida di uno dei maestri della street art italiana.

All’inizio tutti lo guardano con diffidenza. Chi è questo? Cosa vuole da me? Perché devo mettermi a disegnare, proprio io che non so neanche tenere in mano un pennello?

Alla fine sono tutti entusiasti di aver preso parte a un’opera d’arte collettiva e partecipativa nel vero senso della parola, un po’ di colore sulle grigia mura del carcere, una sorta di apertura a quella perenne sensazione di chiusura e limitazione della libertà personale.

Come fa Maupal a entrare in sintonia con i detenuti nel breve tempo che ha a disposizione per fare il workshop, alle volte un giorno, alle volte tre giorni?

Innanzitutto abbatte ogni pregiudizio, non si chiede cosa abbiano fatto il ragazzino o l’uomo anziano che gli stanno davanti, non si lascia condizionare in alcun modo dal motivo della detenzione.

In secondo luogo si limita a chiedere i nomi di battesimo, nessuna altra domanda.

E poi trasmette tutta la sua passione per arrivare insieme a un risultato finale, che non si limita alla realizzazione del murales trasferendo su muro il bozzetto da cui nasce l’opera, ma consiste nel recuperare persone che hanno commesso un reato e lavorare per reintegrarle nella società al termine della pena detentiva.

Tutto questo non è banale, avendo a che fare con ragazzi cresciuti troppo in fretta, persone che ne hanno viste di tutti i colori. “Non li inganni, devi crederci davvero se vuoi dare un senso al tuo lavoro all’interno delle carceri”, questo il pensiero di Maupal.

Il fattore psicologico e il fattore tempo giocano entrambi un ruolo fondamentale, ma la soddisfazione è grande quando vedi realizzata l’opera e i neo – artisti ti ringraziano per la nuova esperienza.

Pia illusione? Senza provarci non si potrà mai sapere.

E così nel 2011 Maupal fa il suo primo ingresso in autodetenzione nel carcere minorile di Catanzaro, con il progetto “Maker”, che nasce da un’idea della regista Maria Pezzolla, vivendo un mese con i detenuti per realizzare il murales “Stereotipi” e una storia a fumetti, che scrive e illustra con i ragazzi: una rapina in un tabacchi  per pagarsi il biglietto aereo alla volta degli Stati Uniti, fare un match di pugilato sfidando un grande campione, vincerlo e incassare i soldi delle scommesse, diventare improvvisamente ricco e rientrare in Calabria, provvedendo per prima cosa a restituire il maltolto al tabaccaio. 

Nel 2022 è la volta di Milano, carcere di Opera, invitato dal gruppo di scout “Talenti all’opera” e da “Caparol”, dove realizza in un giorno un murales di 30 metri quadrati e festeggia insieme ai detenuti i suoi cinquant’anni.

Nello stesso anno visita il carcere “Due Palazzi” di Padova, grazie all’Associazione “Jeos”, dove in soli tre giorni viene alla luce “Hope”, un murales di 100 metri quadrati, oggetto di un laboratorio con otto ergastolani (o quasi tutti ergastolani) che decidono insieme il tema e come fare il disegno, con la supervisione ed assistenza di Maupal.

Nel 2023 ritorna nel carcere di Opera a Milano, per la presentazione del periodico #Mabul, ideato e scritto dai detenuti con una sua copertina, e l’inaugurazione di una sua esposizione permanente di stampe all’interno del carcere. Ma non solo: è in via di pubblicazione “Il profumo del legno”, un libro illustrato che, con immagini e parole, racconta ai figli dei detenuti dove si trova il loro papà.

Accanto all’attività artistica, vengono ristrutturati palestra e ludoteca all’interno del carcere, sempre in un’ottica di migliorare la vita dei detenuti.

Sempre nel 2023 prende vita il progetto “Sole in Mezzo”, con protagonisti i ragazzi del carcere minorile di Nisida di Napoli (set della serie “Mare Fuori”) ai quali la Onlus Ripartiamo dedica il murales di Maupal, dal titolo “ERO, ORA SONO”.“Uscendo dall’Istituto penitenziario, anche se con percorsi di reintegrazione, si resta comunque legati al mondo delle carceri. Ci si trova di fronte ad un bivio: chi ero e chi voglio diventare?” spiega Maupal.

La prossima tappa sarà il progetto “Arte senza confini”:
 nel carcere di Massa Marittima, una iniziativa che si terrà assieme alla Onlus “Operazione Cuore” il prossimo gennaio 2024.

Una serie di esperienze vissute da Maupal che dimostrano la potenza dell’arte come strumento di cambiamento e riscatto: “L’arte ha il potere di superare le barriere”.

* Edoardo Marcenaro lavora da venticinque anni come giurista di impresa in società multinazionali e ha come hobby l’arte moderna, contemporanea e post-contemporanea. È collezionista e curatore di mostre, essendosi negli ultimi anni concentrato su opere realizzate su banconote americane rigorosamente originali, dai dollari che Andy Warhol firmava alla fine delle sue feste alla Factory, fino ad arrivare ai dollari distribuiti da Edoardo a tutti i suoi amici artisti per trasformarli in opere d’arte

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