Not her, l’opera di Elena Bellantoni apre la sfilata di Dior nel segno del femminismo

Alla Paris Fashion Week Maria Grazia Chiuri porta le streghe in passerella. Ad accompagnarla l'opera immersiva di Elena Bellantoni

Maria Grazia Chiuri, Direttrice creativa di Dior, colpisce ancora nel segno. Dopo “Pensati libera”, l’indimenticabile motto stampato sull’abito di Chiara Ferragni per Sanremo e firmato dall’artista Claire Fontaine, apre la sfilata di Dior alla Paris Fashion Week nel segno del femminismo.

Come?
In Not her, un’opera immersiva pensata dall’artista italiana Elena Bellantoni, si alternano proiezioni di immagini sessiste delle pubblicità della seconda parte del Novecento, in cui l’artista mette a nudo gli stereotipi che risiedono ancora con convinzione nella cultura corrente. D’altra parte Bellantoni, già finalista di una delle scorse edizioni del Talent Prize, è stata anche interprete del documentario L’intuizione di Duchamp, scritto e diretto da Guido Talarico. Accanto a Bellantoni, ad essere intervistate nel film spiccano le figure di Chiuri stessa, una curatrice di spicco come Paola Ugolini e Silvia Giambrone, anche lei finalista del Talent Prize.
Al centro delle proiezioni, con colori sgargianti e dal forte impatto visivo, slogan commerciali e immagini che riproducono l’artista interprete delle campagne stesse. 

Le streghe della nostra epoca osservano dall’alto della scenografia di questa sfilata e si trasformano in donne indipendenti e fuori dagli schemi, cancellando gli stereotipi e i pregiudizi. «Le streghe non erano altro che donne indipendenti», racconta nel backstage la designer Maria Grazia Chiuri, che porta avanti il suo discorso su femminilità e femminismo, andando a toccare un immaginario connotato in maniera negativa nella cultura popolare per rileggere i codici stessi di monsieur Dior.

«La mia ricerca – spiega Bellantoni – si concentra su due temi fondamentali: il corpo e il linguaggio. Esploro il corpo e lo spazio pubblico, il corpo nelle relazioni, mi interessa la pluralità linguistica. Mi definisco un’investigatrice, vado raccogliendo le tracce e poi le metto tutte insieme».