La sede romana di Gagosian Gallery ha annunciato, con finto understatement, che il comunicato della sua ultima mostra è stato scritto grazie a ChatGPT, cioè un sistema di riscrittura basato sulla Intelligenza Artificiale. Una trovata pubblicitaria francamente modesta per una delle più grandi gallerie d’arte del mondo. E’ un po’ come quelle nuove panetterie che per darsi un tono si battezzano “Antico Forno”. Un tentativo vanitoso per mostrarsi al passo coi tempi di cui non avevano bisogno né Gagosian né Alex Israel, l’artista in mostra, le cui tavole da surf, per altro, poco hanno a che fare con la cultura digitale. Ma è un duplice segno dei tempi. Da un lato la galleria di un mercante che opera a livello internazionale nel più tradizionale ed efficace dei modi, dall’altro la necessità di mostrare un “modernismo” a tutti i costi, soltanto per far vedere di essere avanti rispetto agli altri.
Un tentativo inutile perché per chi conosce e frequenta OpenAi sa che la riscrittura di un comunicato con ChatGPT sta all’innovazione come l’invenzione della ruota alla Formula 1, mentre, al contrario, chi sa poco di IA guarda ai chatbot con lo stesso disincanto, per non dire avversione, che Marlon Brando mostrò nei confronti di Stanley Kowalski il protagonista del film Un tram che si chiama desiderio, da lui stesso interpretato. Insomma, una piccola scivolata, quella di Gagosian Roma che però la dice lunga su un tema centrale qual è l’intelligenza artificiale: tanti ne parlano, alcuni la praticano, pochi ne capiscono portata, efficacia e rischi. Ed è proprio sui rischi che occorre soffermarsi.
Mentre Gagosian ci raccontava del suo comunicato, Hollywood scendeva in piazza per protestare sugli effetti distruttivi della IA nel mondo del cinema e il “padrino” di intelligenza artificiale e reti neurali di Google, Geoffrey Hinton, si dimetteva dopo 11 anni per mettere l’azienda e tutti noi in guardia sui pericoli che possono derivare da un uso inappropriato di questa innovazione. La tecnologia ed il progresso sono inarrestabili. Fanno parte del percorso evolutivo dell’uomo, la cui storia di progresso continuo è costellata da piccole e grandi innovazioni. L’intelligenza artificiale avrà un impatto su di noi superiore a quello dell’energia elettrica ed è proprio per questo che occorre cautela e coscienza, perché la differenza tra illuminare un quadro e bruciarlo è notevole. “Il falò della vanità”, sia quello di Savonarola che quello di Brian De Palma, dovranno pur averci insegnato qualcosa