L’ordinata entropia di Jorge Peris in mostra da Magazzino a Roma

L’artista torna con una nuova personale nella galleria romana e conclude una trilogia espositiva sospesa tra mitologia e immaginari alchemici

Magazzino non vuole saperne di rallentare, a pochi giorni dalla trasferta milanese per Miart, la galleria capitolina apre di nuovo le porte al pubblico con un’esposizione personale inedita dedicata a Jorge Peris. L’artista di Alzira porta nelle sale di Via Dei Prefetti, 17 una selezione di lavori che segnano l’ultima pagina di un racconto in tre episodi, cominciato nel 2020 con Dark Man a lomos del pájaro de fuego (IVAM, Valencia) e proseguito nel 2021 con Desembarco en el País de Nunca Jamás (Nicodim Gallery, Los Angeles).  

L’innominabile, confuso alla Porta dei leoni, così si intitola la nuova esposizione, lancia un richiamo esplicito a quella porta che accoglieva i viaggiatori in una città dagli antichi splendori come Micene, nella Grecia occidentale. Quel trittico monolitico, su cui poggiano due leonesse acefale sfiora inequivocabilmente l’immaginario di Peris che in quel fragile, e allo stesso tempo inamovibile, equilibrio coglie il modello della sua indagine, sempre alla ricerca di un immaginario baricentro su cui l’artista si focalizza con attenzione maniacale. 

Courtesy Magazzino & the artist

La visione complessiva del modus operandi con cui Peris si è ormai aggiudicato il suo titolo di riconoscibilità e i tratti peculiari della sua indagine sono ben evidenti nella selezione di lavori proposta da Magazzino: i riferimenti alla mitologia, classica e contemporanea; la musica, sempre presente con il suo eco nei lavori concepiti e realizzati nello studio dell’artista, abituato a lavorare accompagnato dalle note di qualche sinfonia classica; gli studi alchemici, presenti nel concetto di trasformazione dell’opera che si tramuta di volta in volta in qualcosa di nuovo e inaspettato.

L’esposizione di Magazzino vede l’artista operare per sottrazione, alla ricerca di un compromesso mirato all’armonia degli elementi che compongono le strutture lignee incastonate nelle candide sale della galleria. Le sculture in mostra vibrano dell’atmosfera da cui i frammenti che le compongono provengono, assi squarciate e schegge trovano la propria organicità, si assestano trovando la loro chiave di volta. Nulla è tuttavia immobile, Peris cristallizza l’attimo prima del movimento, la tensione, quel singolo istante in cui ci si ritrova simultaneamente schiacciati dalla gravità e spinti in alto da un inarrestabile impulso. 

La razionale geometria si mescola con il caos, ne nasce un ibrido surreale che in un’ancestrale mitologizzazione trova il suo humus dove crescere e svilupparsi, distante dalle regole  normalmente imposte dalla natura: la fisica lascia spazio all’immaginazione, a cui ci si aggrappa altrettanto saldamente, provando a non scivolare via. Peris non si lascia addomesticare, cerca lo sconvolgimento, strappa via dalla sua pratica ogni logica scultorea universalmente accettata e si prende gioco del vuoto, tenendo strette le briglie di un’entropia che solo lui sembra essere in grado di dominare.


Jorge Peris, L’innominabile, confuso alla Porta dei leoni
7 aprile 2022 – 14 maggio 2022
Magazzino
Via dei Prefetti 17