Miart 2022, un successo per nulla scontato, Nicola Ricciardi riporta la fiera milanese all’eccellenza

Dopo un attesa titubante, Miart dimostra di essere ancora uno degli appuntamenti più importante del calendario dell’art sistem

I sipari si chiudono, il balletto è andato in scena e nessun inciampo è stato notato dal pubblico. Miart 2022, nella sua seconda edizione post lockdown non mostra i muscoli in maniera vigorosa, piuttosto si concentra nel ricercare l’equilibrio, composto ed elegante, essenziale per portare a termine l’esecuzione dei movimenti nella maniera più cortese. 

É arrivato però il momento dei bilanci, le giurie si sono espresse, tutte quante, quelle ufficiali e quelle che invece, come ogni anno, si muovono oltre l’istituzionale. Miart 2022 si è dimostrata un gradevole successo e ha fatto capire di saper risalire la china nella quale è scivolata durante la scorsa edizione per via delle nefaste contingenze che l’hanno caratterizzata. 

I premi per i più meritevoli espositori e per i progetti più capaci di colpire i giurati sono stati assegnati: In primis il fondo acquisizione di Fondazione Fiera Milano, dal valore di 100.000 euro, che viene spartito tra 12 vincitori e prevede l’acquisizione di altrettante opere che andranno ad aggiungersi alle oltre 100 che attualmente compongono la collezione di Fondazione Fiera Milano ospitata nella sede di Palazzina degli Orafi (In fondo all’articola la lista dei vincitori).

Tra gli emergenti di Miart 2022 spicca fra tutte Sans Titre, la galleria parigina che in questa 26.edizione riceve il Premio LCA per Emergent del valore di 4.000 euro che si vede assegnato il riconoscimento dalla giuria che afferma: «Abbiamo pensato che fosse uno stand molto ben ideato. Mentre si svolge una conversazione intergenerazionale tra gli artisti Alicia Adamerovich ed Ezio Gribaudo, l’uno si prende cura del lavoro dell’altro. C’è un ritmo profondo che permette di entrare e stare nello stand, dandogli uno spazio di respiro necessario per percepire l’opera. La curatela, sia degli artisti sia del gallerista, sottolinea l’attenzione che è stata posta per creare questo dialogo»

Miart
Isabelle Arthuis Courtesy the Artist & Sans titre (2016), Paris

Sempre nella sezione emergent si fa notare la galleria Gilda Lavia che porta in esposizione nella fiera milanese le opere della giovane artista Pamela Diamante. «La fiera è iniziata molto bene, abbiamo ricevuto un’ottima risposta durante la preview ma le aspettative sono alte. Ora rimaniamo con i piedi per terra e concentrati sulle prossime giornate» commentava così il primo giorno di fiera con apertura al pubblico, dopo la preview dedicata ai Very Important People del mondo dell’arte, la galleria romana che si ritaglia grandi soddisfazioni da quest’ultima edizione. All’artista il premio Covivio commissiona la realizzazione di un’installazione site-specific da installare nel Building D del suo business district Symbiosis, a Milano. 

Photo Giorgio Benni. Courtesy the Artist and Galleria Gilda Lavia, Rome

Il miglior progetto espositivo è invece quello della galleria londinese Corvi Mora che riceve il premio Herno, dal valore di 10.000 euro. I giudici hanno così commentato la loro scelta: «lo stand di Corvi-Mora presenta le opere di tre artisti di diverse generazioni e nazionalità, accomunati da una riflessione sulla pittura attraverso il medium scultoreo. L’allestimento valorizza molto le loro pratiche, sfruttando gli accostamenti tra i lavori per mettere in evidenza le loro qualità formali e materiche. Lo stand si comporta come una piccola mostra in cui i rapporti spaziali e visivi tra opere e spettatore sono molto ben orchestrati»

La 26.edizione di Miart porta soddisfazione per gran parte di partecipanti, come la Galleria Napoletana Tiziana Di Caro che porta, tra gli altri, in esposizione a Milano i lavori dell’artista Antonio della Guardia. «La defezione del pubblico straniero è evidente ma fisiologica. La fiera è molto equilibrata e in qualità di curatore Ricciardi ha sicuramente dimostrato un ottimo capacità di mediatore» commenta la fondatrice dello spazio partenopeo.

Un successo certamente non scontato, La fiera milanese si riprende il proprio posto tra gli appuntamenti più importanti nel calendario del mondo dell’arte contemporanea e dimostra grande capacità di dialogo tra pubblico e istituzioni cittadine. Nicola Ricciardi ora accoglie la sfida dell’edizione 2023 che ci presenterà un nuovo capitolo, di certo ancor più consapevole, di quelli che saranno i nuovi equilibri nel mondo post pandemico.

Lista vincitori Premio Fondazione Fiera Milano:

Mario Airò, Aurora, 2003-2016 (Vistamare, Milano – Pescara);
Ketuta Alexi-Meskhishvili, Infrarotlampe Aeroplane, 2022 (LC Queisser, Tbilisi);
Silvia Bächli, Cinque, 2020 (Raffaella Cortese, Milano);
Ezio Gribaudo, Cuba, 1967 (Sans titre (2016), Parigi);
David Hockney, Pacific Ocean at Malibu, 1976 (Lelong & Co., Parigi – New York);
Michael Höpfner, Two Halfs – Kertsch Peninsula Ukraine, May 2007 – Central Chantang, August 2007 / Back and Forth – Kertsch Peninsula Ukraine, May 2007 / Two Camps – Kertsch Peninsula Ukraine, May 2007 – Central Chantang, August 2007, 2022 (Michela Rizzo, Venezia and the artist);
Elizabeth Jaeger, Fish stand with fish # 2, 2019 (KLEMM’S, Berlino);
Birgit Jurgenssen, Unitled, 1971 (Galerie Hubert Winter, Vienna);
Iva Lulashi, È ferro e fiato, 2022 (PROMETEO GALLERY Ida Pisani, Milano – Lucca);
Margherita Moscardini, Dead Sea, 2018 (Ex Elettrofonica, Roma);
Joanna Piotrowska, Enclosure XXXI, 2019 (Madragoa, Lisbona);
Kazuyuki Takezaki, Board/table, 2021 (MISAKO & ROSEN, Tokyo – Bruxelles).

Articoli correlati