Miart spoiler alert, le prime impressioni sulla 26.edizione della fiera milanese 

Una fiera che esce dal guscio, si apre alla città, e cerca di risollevarsi dopo l’annata del 2021 che ha lasciato molti, troppi, con l’amaro in bocca

Miart, un pò come tutti noi, è affannosamente alla ricerca della normalità. Dopo l’edizione speciale settembrina tenutasi durante il 2021 si torna in carreggiata con la ricollocazione della fiera milanese nell’abituale parentesi primaverile. Il lavoro affidato a Nicola Ricciardi non era semplice, risollevare la fiera da quel baratro in cui lo scorso anno non aveva potuto evitare di cadere, complice innanzitutto l’esordio da apri pista nel calendario degli appuntamenti chiave del mercato dell’arte in Italia.

Questa volta Miart punta alla riconoscibilità e anche sul primato. La fiera milanese è la prima a prendere parte all’iniziativa Gallery Climate Coalition, che mette in vendita l’opera The developed seed (organizing a system that can continuously construct itself), copperversion-sequence 497, di Loris Cecchini, cercando il sostegno dei collezionisti. La fiera dimostra in questo modo di voler prendere sulle proprie spalle la responsabilità di presentarsi al pubblico come un modello da seguire in materia di sostenibilità ecologica. 

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The developed seed (organizing a system that can continuously construct itself), copperversion-sequence 497, 2022, Loris Cecchini

Il direttore porta a maturazione il dialogo le istituzioni cittadine finalizzato a creare una rete di rapporti saldi che siano in grado di far uscire la fiera dal suo guscio e far permeare l’intero tessuto cittadino milanese dall’energia di opening di livello programmati in concomitanza dell’inaugurazione della fiera. Buone intenzioni che, si può dire con serenità, siano giunte a un ottimo livello di concretizzazione anche grazie al brillante contributo del nuovo assessore alla cultura della comune, Tommaso Sacchi, con il quale il Direttore Ricciardi ha negli ultimi mesi lavorato a stretto contatto. 

La 26.edizione di Miart accoglie i visitatori con una delle due sezioni-pilastro della fiera. I primi stand sono dedicati alle new entry, una selezione di giovani e giovanissime gallerie dalla più varia provenienza. Un mix di sperimentazione e tipico coraggio da nuovi arrivati che non riescono a frenare la brama di apparire agli occhi di un nuovo pubblico di potenziali acquirenti. Da notare in questa sezione lo stand piacentino di Una, che presenta una serie di lavori del sua artista di punta Thomas Berra, milanese d’origine che oggi porta avanti la sua ricerca in Finlandia. Un’estetica immersiva che non lascia certo possibilità di rimanere inosservati agli occhi ancora non troppo consumati dei visitatori appena giunti a FieraMilano. 

Courtesy Una

L’esposizione prosegue con gli stand più maturi che si miscelano in un esposizione che spazia dal moderno al contemporaneo. Una miscellanea estremamente utile a non annoiare. È Ricciardi stesso a prendere la decisione di eliminare il divisorio tra Established Masters ed Established Contemporary. La selezione di gallerie affermate che quest’anno popolano Miart vede grandi ritorni, tra cui Chertlüdde, Meyer Rigger, Mai 36 e ovviamente tra tutte la berlinese KÖNIG, da sempre legata alla città meneghina dove conserva strategicamente un’importane schiera di fedeli collezionisti. 

Ben costruita la sezione Decades, nella quale sono raccolte dieci esposizioni monografiche dedicate ad ogni decade del XX secolo e in particolare a uno dei maestri che lo hanno saputo segnare incontrovertibilmente. Un corridoio che presenta pezzi di impressionante prestigio provenienti da collezioni altrettanto riconosciute. Tra queste spicca Bottega antica che porta a Miart un’affascinante selezioni di lavori firmati Giacomo Balla nella sua stagione figurativo realista. La razionalità futurista rimane lontana dall’esposizione in cui al visitatore sono proposti i ritratti dell’amica della famiglia Balla, Giuliana Canuzzi, irresistibile modella che il pittore immerge in una luce calda e vivace. Grande errore sarebbe non soffermarsi anche di fronte all’impressionante selezione di lavori portati a Milano dalla Galleria dello Scudo, che presenta un’esposizione interamente dedicata a Toti Scialoja e ai suoi lavori astratti dalla forte carica materica. 

Courtesy Galleria Dello Scudo

D’obbligo la presenza di Intesa Sanpaolo, Media Partner di miart 2022, che anche quest’anno mette in evidenza il suo impegno nel settore cultura sempre più concentrato sul mondo contemporaneo. Nello spazio dell’area lounge della Banca Intesa Sanpaolo porta infatti una vera e propria mostra con cinque giovani artisti emergenti. Tra pennelli e immagini virtuali. La pittura italiana nei nuovi anni Venti, questo il titolo della rassegna che mette insieme le opere di artisti under 40 selezionati dal curatore Luca Beatrice, artisti che hanno saputo proporre una rilettura globale della pittura italiana attraverso uno sguardo affine al nostro tempo. Un esperimento puro, in cui non si cerca l’ibridazione ma che guarda all’arte pittorica senza timore di non bastare a se stessa. 

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Paola Angelini, L’abisso, 2022

Il fermento si sente, brulicano tra i corridoi decine di persone evidentemente soddisfatte dal salto di qualità messo in atto in questo nuovo anno e le prospettive per i giorni a seguire non lasciano spazio alla negatività, tanto più a quel cinico sospetto scaramantico che porta ancora i galleristi a non scomodarsi nel proporre previsioni troppo chiare e cercando in ogni modo di mantenere saldamente piantati a terra.