L’ultimo atto di Post-turismo, si chiude il cerchio della prima esperienza out door di Post-Ex

Roma

Da dicembre 2021 va avanti Post-turismo, il ciclo di mostre diviso in tre appuntamenti curato da Giuliana Benassi che ha portato gli artisti dell’artist-run space Post-Ex al di fuori della loro convenzionale area di attività. Dopo il primo turno in zona Prati e il secondo nel Rione Parione, nel cuore della Capitale, adesso siamo quasi giunti alla fine del viaggio. il terzo e ultimo degli episodi della saga ha aperto le porte al pubblico nel quartiere Esquilino, a due passi dalla Basilica di San Giovanni in Laterano, in Via Tasso 161.

Nella mostra nel terzo dei B&B di cui gli artisti prendono possesso viene raccontata la più inquietante delle pagine del viaggio compiuto dallo spettatore. Se nel primo appuntamento della serie è stato affrontato l’elenco dei cliché che hanno costellato la prima fase del periodo pandemico che abbiamo tutti attraversato e nel secondo si sia invece andato a esplorare l’immaginario fiabesco evocato dall’assenza di stimoli razionali dovuto alla paralisi della vita sociale, nel terzo la leggerezza non trova nemmeno un centimetro in cui insediarsi.

Il sonno della ragione genera i mostri è il titolo di una celebre acquaforte firmata dal pittore Francisco Goya datata 1797. Un’allegoria quella utilizzata dal maestro spagnolo del XVIII secolo ma più che mai attuale in un momento storico come quello in cui stiamo vivendo. La solitudine vissuta durante i mesi di lockdown ha generato in gran parte degli individui un forte senso di inadeguatezza e, in alcuni casi, una forte presa di coscienza della propria dimensione interiore che ha portato al confronto con i lati più bui delle proprie personalità. 

Post Turismo

«Una discesa agli inferi», la definisce la curatrice Giuliana Benassi, che ha condotto verso l’ossessione e al sopravvento della parte animale e infatti è la natura animalesca che emerge in maniera dirompente che viene posta al centro degli interventi di Susanna Inglada, Michela de Mattei e Marta Mancini. L’angosciante senso di inappagamento e la frustrazione nei confronti di un nemico ambiguo, invisibile, difficile da sconfiggere a causa dell’assenza degli strumenti necessari per farlo, determinano la perdita della ragione che automaticamente sconfina nell’ingigantirsi dei propri demoni interiori.

L’isolamento domestico diviene fonte di paranoia e anche nel luogo che riconosciamo come nido, sicuro e inviolabile, cominciano a emergere figure raccapriccianti direttamente generate dall’inconscia paranoia che cresce nella mente e che viene tradotta nei lavori di Lou Masdourand e Antonio Fiorentino.

Le installazioni video di Elena Bellantoni ci raccontano come dalla piatta quotidianità emergano le più impensabili forme di malvagità. Una figura apparentemente innocua può essere trasportata nell’oscurità proprio dalla mancanza di affetti che per ognuno sono essenziali affinché venga mantenuto acceso il proprio lato umano. L’installazione di Gabrile Silli mostra invece come l’accumulo diventi incarnazione del decadimento interiore, un logoramento estetico che è metafora della corrosione dello spirito.

Un viaggio che si appresta alla conclusione è quello di Post-turismo, un viaggio che ci ha permesso di osservare con uno sguardo lucido e anticonformistico ciò che ha significato l’epopea pandemica di cui siamo stati protagonisti. In questo racconto. Rimane comunque difficile scrivere la parola fine e infatti sarà proprio il futuro a permetterci di scoprire se ciò che ci aspetta sia un’ inarrestabile discesa verso l’irrazionalità o una migliore capacità di osservare il mondo a cui apparteniamo con occhi nuovi, degni di un post-turista.

Post-turismo, a cura di Giuliana Benassi
8-13 febbraio 2022
Via Torquato Tasso, 161, Roma