Scontro Giuli-Crosetto sulla conferma di Evelina Christillin al Museo Egizio

La polemica nella maggioranza su Evelina Christillin sarebbe dovuta all'eccessiva autonomia di Giuli nella decisione della nomina

La presidente del Museo Egizio di Torino Evelina Christillin è stata riconfermata nella propria carica per altri quattro anni. La vicenda avrebbe però sollevato un polverone nella maggioranza, con tanto di presunto scontro tra il ministro della Cultura Alessandro Giuli e il ministro della Difesa Guido Crosetto, poi smentito da entrambi gli uffici. A rilasciare la notizia sono state diverse testate, tra cui il Foglio. Molte anche le repliche di esponenti politici.

Riconfermata Evelina Christillin: il presunto scontro in casa Fdl

La riconferma di Christillin alla presidenza è stata decisa dal ministro Giuli. Una vicenda che, secondo l’Andkronos, sembra aver infastidito il ministro della Difesa, non consultato a proposito della nomina, pure essendo lui in Piemonte il referente indiscusso di FdI. Per prassi, pure se informale, sulle nomine importanti è previsto un confronto all’interno del partito, che in questa occasione sembra non esserci stato. Giuli – lo riporta il Corriere della Sera – ha dichiarato di aver avvertito un altro piemontese, il sottosegretario alla Giustizia Andrea Del Mastro, che però pare non aver recepito la decisione.

Immediata la smentita dei ministri, che in una nota congiunta hanno dichiarato: “Ogni ricostruzione giornalistica circa una presunta lite tra i ministri della Difesa e della Cultura, Guido Crosetto e Alessandro Giuli, in relazione alla conferma di Evelina Christillin alla presidenza del Museo Egizio di Torino, è destituita di qualsiasi fondamento”.

Le repliche dal mondo della politica

Molti i commenti di esponenti politici, tra cui Enrico Borghi di Italia Viva, che ha affermato: «Il clamoroso scontro in atto nel governo, relativo alla Presidenza di una prestigiosa istituzione come il Museo Egizio di Torino, denota ancora una volta da un lato il tentativo di una permanente volontà di occupazione militare di ogni spazio di gestione pubblica da parte della corrente storica di Fratelli d’Italia e dall’altro dell’evidente divaricazione in corso tra il Ministro della Cultura, Giuli, che nella circostanza ha esercitato una autonomia di giudizio evidentemente non gradita in Via della Scrofa».