«Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha designato la dottoressa Evelina Christillin a Presidente della Fondazione Museo delle Antichità Egizie di Torino per il quadriennio 2024-2028. Alla Presidente i migliori auspici di buon lavoro». È quanto si legge in una nota del Mic.
Il Museo Egizio è pronto alla grande festa per il suo bicentenario, dal 20 al 22 novembre e con eventi che continueranno per tutto il 2025: il lavoro fatto fino a oggi dalla presidente e dal direttore Christian Greco, il cui mandato terminerà invece il prossimo giugno, è stato dunque riconosciuto e premiato dal MiC. Risale solamente a qualche mese fa, la lettera che oltre 350 egittologi avevano scritto schierandosi a sostegno di Evelina Christillin per la presidenza del museo visto «l’eccellente lavoro svolto dalla presidente che coordina una squadra affiatata ed efficiente».
Tra i firmatari, anche prestigiosi archeologi come Maurizio Harari, Gianluca Cuniberti, Stefano De Martino e autorità internazionali: John Baines, Salima Ikram, Tine Bagh e Dietrich Raue. Parole che insomma, non hanno risuonato invano.
I festeggiamenti per il bicentenario del Museo, Evelina Christillin «Un compleanno lungo un anno»
ll 20 novembre 2024, il Museo Egizio più antico del mondo, festeggia ben 200 anni, e come ribadito dalla presidente neoeletta, i festeggiamenti dureranno per tutto il 2025. Ospiti d’onore delle celebrazioni, il capo dello Stato Sergio Mattarella, il ministro della Cultura Alessandro Giuli e il ministro delle antichità egiziane Khaled Mohamed Ismail visitatori d’eccezione dell’istituzione rinnovata, dopo la chiusura estiva. Accederanno infatti in anteprima alla Galleria dei Re e al Tempio di Ellesija, che riaprono al pubblico dopo quasi otto mesi di cantieri e un investimento di 23 milioni da parte del ministero della Cultura e di sponsor privati. Ricordiamo che il museo torinese attualmente ospita 37mila reperti, tra cui alcune delle più importanti scoperte archeologiche di tutti i tempi: dalla Tomba di Kha e Merit al Libro dei Morti di Iufenamun, fino alla pergamena Canone di Torino.