Agostino Iacurci trasforma la sede di Airforce con una grande opera immersiva

Sabato 15 giugno si è svolta l'inaugurazione nello stabilimento a Cerreto d'Esi dell'opera di Agostino Iacurci, vincitore del Premio Ermanno Casoli

Si intitola Fiori diversi al naturale l’opera site-specific che Agostino Iacurci, artista vincitore della XXII edizione del Premio Ermanno Casoli, ha realizzato per la sede di Airforce, azienda del gruppo Elica, a Cerreto d’Esi, in provincia di Ancona. L’intervento, che è stato curato da Marcello Smarrelli, è stato presentato dalla Fondazione Ermanno Casoli sabato 15 giugno 2024.

«Siamo entusiasti di assegnare il Premio ad Agostino Iacurci che porterà il suo punto di vista dirompente e la sua creatività all’interno dell’azienda. Sicuramente questo aiuterà tutti i dipendenti a osservare e comprendere la realtà in maniera non convenzionale, fattore essenziale nei processi di innovazione», dichiarava a marzo scorso Francesco Casoli, presidente del gruppo Elica, alla proclamazione del vincitore del premio. Infatti, l’intervento artistico di Iacurci, come caratteristico del Premio Ermanno Casoli, è il frutto di una serie di azioni che coinvolgono l’intera popolazione aziendale composta da oltre 100 persone tra dirigenti, impiegati e operai, oltre a essere una riflessione sul senso di appartenenza.

Il titolo dell’opera, Fiori diversi al naturale, è un riferimento a Francesco Mingucci (1570-1642), pittore e cartografo pesarese celebre per aver ritratto il territorio delle Marche nel XVII secolo. Precursore dello studio della natura e del suo rapporto con la cultura, Mingucci ha rappresentato il paesaggio locale evidenziando il dialogo e la continuità tra elementi urbani e naturali, tra architettura e formazioni rocciose. Al tempo stesso, paesaggio e architettura sono temi centrali anche nella ricerca di Iacurci, che nella sua pratica artistica utilizza pittura, scultura, disegno, luce, suono, combinando in modo eterogeneo i vari media per creare installazioni immersive in intimo dialogo con i luoghi. Ne risultano spazi visionari in cui convergono liberamente storie, ricordi personali, riferimenti letterari e racconti vernacolari. Le sue opere su grande scala, che ne hanno decretato il successo internazionale, si configurano come interventi di pittura espansa, un’originale rilettura della cosiddetta “architettura parlante”.

«Il progetto che Iacurci ha concepito per le persone di Airforce – ha spiegato il curatore Marcello Smarrelli – nasce da una serie di riflessioni che indagano la storia del giardino e il suo significato simbolico nel corso dei secoli, attraverso le diverse credenze, culture e religioni. Ne emerge da un lato un’idea di giardino ideale e sognato, l’Eden; dall’altro, il giardino reale, luogo di lavoro paziente e costante, spazio di mediazione e scambio tra esseri umani e ambiente. Il risultato è un’opera sorprendente, complessa e articolata, un giardino vivente composto da piante reali e dipinte, destinato a crescere e a svilupparsi nel tempo grazie alle cure e all’impegno attivo di tutti i membri della comunità aziendale. Un modo creativo per migliorare lo spazio di lavoro e rafforzare il senso di appartenenza all’azienda, creando un ambiente ancor più coeso e solidale».

L’opera ideata per Airforce è stata realizzata attraverso una serie di azioni che hanno coinvolto attivamente l’intera popolazione aziendale – circa 100 persone con profili professionali eterogenei, senza alcuna distinzione organizzativa – trasformando un’ampia porzione dello stabilimento, finora utilizzata solo come area di transito, in un luogo di sosta e incontro. «Lavorare con le persone di Airforce – ha dichiarato l’artista Agostino Iacurci – è stata un’esperienza straordinaria. Ho avuto la possibilità di conoscere e interagire con una comunità appassionata e dedicata, e grazie all’impegno di ciascuno, siamo riusciti a trasformare radicalmente l’aspetto del loro luogo di lavoro. Spero che possano vivere e godere pienamente di questo spazio che abbiamo creato insieme».

Nelle giornate di workshop si sono susseguiti momenti teorici e pratici introdotti da una conversazione tra Agostino Iacurci e Marcello Smarrelli sui temi del progetto, ma si è tenuta anche una lecture di Domitilla Dardi, storica e curatrice di design, che ha raccontato le vicende legate agli erbari scientifici e fantastici realizzati da botanici e artisti di tutti i tempi. Con le suggestioni ricevute, combinate con la fantasia e il proprio vissuto, ognuno dei partecipanti ha realizzato il disegno di un fiore, contribuendo a creare un erbario concepito dall’artista come un ritratto collettivo della popolazione aziendale. Alla stregua di un fregio, l’erbario corre lungo le pareti che ospitano una grande pittura murale, realizzata dai gruppi di lavoro composti dai dipendenti, impegnati a dipingere i fiori di questo giardino. L’installazione è completata da elementi scultorei – le fioriere con le loro sedute – disegnati dall’artista con l’apporto di STARTT – studio di architettura e trasformazioni territoriali.

Ruggero Pinto e Alberta Traballoni, rispettivamente General Manager e HR Manager di Airforce, hanno dichiarato: «Questo giardino rappresenta per Airforce un nuovo spazio di incontro e condivisione, uno sconfinamento del paesaggio circostante che invade le aree dedicate alla produzione, configurandosi come una riflessione sul tema dell’appartenenza e dell’identità, intesi non come valori statici ed immutabili, ma come processi dinamici, partecipativi e in continuo divenire».

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