#Panel 1 – Costantino D’Orazio: «Fare sistema come futuro dei musei»

Il Direttore dei Musei Nazionali dell'Umbria, ci parla di una regione sempre più pronta ad accogliere l'arte, in progetti che implicano «il fare sistema»

«Un divulgatore eccellente», così l’editore Guido Talarico ha introdotto Costantino D’Orazio, da pochi mesi nominato direttore dei Musei Nazionali dell’Umbria. Raccontando il lavoro che sta svolgendo proprio ai Musei Nazionali dell’Umbria, D’Orazio è intervenuto a The ART Symposium – l’evento organizzato da Inside Art e dalla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, dedicato al rapporto tra imprese pubbliche e private per lo sviluppo del sistema culturale nazionale – nel primo panel La cultura motore dell’industria dei contenuti, sottolineando l’importanza di “creare sistema” con la comunità e ponendo l’accento sull’importanza dei social come strumenti linguistici in grado di coinvolgere un ampio pubblico e con cui necessariamente bisogna confrontarsi.

Costantino D’Orazio, photo Claudia Rolando

 «Grazie di avermi invitato qui – esordisce Costantino D’Orazio. La mia esperienza da direttore è appena iniziata: non mi definisco il direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria ma dei Musei Nazionali dell’Umbria. Vorrei parlarvi di alcune linee guida che ci siamo dati in Umbria per parlare del sistema museale. Il tema del “fare sistema” è qualcosa di cui si parla moltissimo e che esiste da altrettanto tempo. I nostri maestri, anche coloro che la Galleria Nazionale l’hanno “fatta” – Achille Bonito Oliva, Palma Bucarelli – erano intellettuali che, in una competizione molto sana, non hanno tuttavia contribuito a creare un sistema».

Annunciando poi una sinergia appena avviata con la GNAM ha affermato: «Noi abbiamo un metodo di lavoro diverso, abbiamo iniziato una collaborazione concreta con la direttrice Mazzantini e con altri direttori. Abbiamo la possibilità e la capacità di trasformare questo modo di lavorare nell’arte a livello istituzionale, non portando avanti progetti individuali ma sempre pronti a creare degli scambi e presentarsi all’esterno come realtà in cui il sistema si fa».

L’arte pervade l’Umbria da secoli – cuore verde d’Italia per eccellenza – e in cui artisti come Perugino, Giotto, Cimabue, Nicola Pisano, Arnolfo di Cambio, hanno lasciato il loro inconfondibile segno: da Città di Castello a Terni, da Orvieto ad Assisi, passando per Gubbio, Perugia o Spoleto: ogni angolo della regione conserva la testimonianza artistica della sua storia, dando spazio anche alle più interessanti forme di arte contemporanea.

«La regione Umbria – afferma D’Orazio – ha un fortissimo impatto sul territorio e una forte consapevolezza di risorse che messe a sistema, possono migliorare la regione. Il mio obiettivo è quello di mettere in sistema i musei della regione Umbria. Abbiamo la possibilità di esporre un meraviglioso capolavoro di Klimt e che ci permetterà di avere un appuntamento importante per la nostra Galleria, impegnata nell’Umbria Jazz. La stagione è scandita da diversi eventi: un capolavoro durante l’estate e una parte di moderno e contemporaneo in autunno. La nostra collezione ha inoltre una straordinaria presenza di oro: Beato Angelico, Piero della Francesca, Gentile da Fabriano. Per la prima volta però, instaureremo collaborazioni con artisti contemporanei: il contemporaneo può dare senso ai luoghi».

E poi una necessità inevitabile per migliorare, quella – per i musei – di confrontarsi con realtà mediali e digitali (il lavoro degli influencer ad esempio), sempre più determinanti per inclusione e conoscenza del patrimonio, in un pubblico che in Italia ha bisogno ancora di crescere.

«Stimo moltissimo il lavoro di Rai Documentari, che cerca di creare un’identità che va oltre ogni tema. Aggiungo che noi che lavoriamo nell’arte – antica e contemporanea – dobbiamo confrontarci con strumenti di divulgazione diversi, è inevitabile. In questi quattro mesi ho fatto un grande lavoro anche per la parte social: l’arte è presente sui social e ce n’è anche tantissima. Anche il lavoro degli influencer è molto utile, ed è qui che i ragazzi hanno il primo approccio dell’arte e dobbiamo necessariamente confrontarci con questo nuovo modo di comunicazione per non essere esclusi dall’algoritmo. Noi non siamo ancora così bravi: se andate a guardare i profili social dei musei, sono tutti uguali, stesso mood e contenuti e tutti concentrati sul non perdere la dignità istituzionale. E invece dobbiamo necessariamente confrontarci con questo tipo di linguaggi per andare avanti».

Costantino D’Orazio è direttore dei Musei Nazionali dell’Umbria. Storico dell’arte e saggista, ha iniziato la sua attività nel mondo dell’arte dal 1998, quando ha fondato con Ludovico Pratesi l’Associazione culturale Futuro, mentre nei primi anni Duemila ha curato installazioni pubbliche ed esposizioni artistiche. Dal 2015 al 2018 è stato alla guida del Museo di Arte Contemporanea di Roma (MACRO).

info: gallerienazionalidellumbria.it