Greg Goya, al Museo del Cinema la centesima opera dell’artista

L'opera interattiva di Greg Goya, noto per la sua Fast Art, si troverà alla Mole Antonelliana di Torino fino al 13 maggio

È il Museo Nazionale del Cinema di Torino a ospitare la centesima opera di Greg Goya, artista che fa della produzione artistica un vero e proprio medium con cui il pubblico può interagire. Lo spazio scelto per il nuovo lavoro è l’Aula del Tempio del museo, dove l’opera rimarrà fino al 13 maggio.

Torinese di nascita, Greg Goya è apprezzato a livello nazionale per la sua Fast Art, una tipologia di performance artistica che trasfonde nel processo creativo della street art il senso di immediatezza e la ricerca di velocità della società attuale. L’artista, molto famoso grazie ai social network, racconta nei suoi lavori i tratti distintivi del tempo della generazione Z, dal fast fashion alle app di incontri, ma il tratto distintivo della sua poetica sta nel carattere interattivo delle opere. Costruite con il pubblico, il loro risultato finale è infatti il frutto di un contributo collettivo.

Proprio la capacità delle opere di innescare riflessioni attraverso un processo interattivo è la ragione che ha spinto l’istituzione torinese a ospitare il centesimo lavoro dell’artista. «È importante per il museo trovare sempre nuovi modi per far avventurare i giovani nel mondo del cinema e per dialogare con gli artisti del territorio, grazie anche ai nuovi linguaggi che, in maniera veloce e potente, permettono interazioni e connessioni velocissime», ha sottolineato Enzo Ghigo, presidente del Museo del Cinema. «Quando una mia giovanissima amica mi ha fatto vedere le performance artistiche di Greg – ha raccontato invece il direttore del Museo Domenico De Gaetano – ho subito pensato che fossero molto cinematografiche e interattive, divertenti e profonde allo stesso tempo».

Entusiasta anche il commento di Greg Goya sui social. “Quando ero bambino – ha scritto – volevo fare l’artista. Uno di quelli che dipinge le tele e le espone nei grandi musei. Davanti alle cui opere la gente si ama, si bacia e piange. Forse per questo ho iniziato a dipingere sui muri di casa mia e non ho mai smesso: ho dipinto 99 opere di quest’arte che ci piace chiamare fast art per le strade di Torino. Abbiamo reso l’arte interattiva e migliaia di persone hanno fatto arte con noi. Abbiamo raggiunto milioni di persone sui social media e dimostrato che anche un artista di Torino può parlare a tutto il mondo. La centesima opera la dipingeremo dentro il tempio della nostra città, la Mole Antonelliana”.

Il lavoro consiste in un cubo allestito nell’Aula del Tempio. Suddiviso in quattro pareti, su due facciate ospita l’opera numero 99 e numero 100 dell’artista torinese. Come di consueto, il pubblico è invitato a rispondere alle domande poste dall’opera stessa, in questo caso “Per cosa hai pianto l’ultima volta?” e, in piena sintonia con lo spazio ospitante, “Che film che ha cambiato il tuo modo di vedere la vita?”.

L’opera rimarrà visibile e “in costruzione” al Museo del Cinema di Torino fino al 13 maggio.