“Purple Hibiscus”, l’installazione made in Ghana arriva a Londra

L'artista Ibrahim Mahama e diversi artigiani africani, hanno creato "Purple Hibiscus", installazione super colorata che copre parte del Barbican Centre

Il Barbican Centre di Londra – tesoro dell’architettura brutalista inglese – presenterà, sino al 18 agosto 2024 l’installazione site-specific Purple Hibiscus. L’ideatore del coloratissimo progetto è l’artista ghanese Ibrahim Mahama che, affiancato da diversi artigiani africani, ha realizzato l’intero allestimento. Per realizzare l’opera sono stati cuciti a mano pannelli di tessuto rosa e viola, poi adattati alla facciata dell’edificio. Centobatakaris” ovvero gli abiti indossati dai re del Ghana sono stati ricamati sulle tele, in un ingannevole pittoricismo che diventa materia e storia concreta. Un contrasto convincente e d’impatto che vede le iconiche pareti di cemento stravolte e re-inventate attraverso 2000 metri quadrati di tessuto.

Spesso in eredità o salvati dalle famiglie nel corso delle generazioni, i preziosi tessuti trasudano essenze, profonda testimonianza di figure che un tempo li indossavano e che – nel bene o nel male – hanno contribuito alla storia del Ghana. Il titolo Purple Hibiscus si ispira all’omonimo romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie del 2003, opera d’esordio che racconta le trasformazioni civili e politiche del postcolonialismo in Nigeria. Ibrahim Mahama ha parlato dell’opera come di «un intervento di chirurgia plastica, ma questa volta si richiede un’anima che dimori all’interno del corpo, che sia immateriale per costruire sul materiale fisico». L’artista inoltre, nutre da sempre un profondo interesse per i cicli di vita dei tessili e per ciò che si può trasmettere, comprendere e indagare dalle memorie storiche in essi racchiuse.

«Raccogliere i singoli grembiuli dalle comunità può essere piuttosto impegnativo, ma apre anche un portale verso una nuova estetica formale» ha poi affermato Mahama. Il suo lavoro è stato spesso comparato all’arte di Christo e Jeanne Claude, duo della Land Art da cui sicuramente deriva parte della sua ispirazione: l’obiettivo di Mahama però è quello di tramandare i ricordi latenti celati nei suoi tessuti, che talvolta rischia di perdersi e che, grazie a lui, diventano parte di una visone collettiva e d’insieme.