Ibrahim Mahama e Anton Corbijn inaugurano a Verona la programmazione di Eataly Art House E.ART.H

Una proposta inedita che ha il preciso intento di rendere l’arte accessibile al grande pubblico con progetti ad hoc dedicati a maestri della fotografia e delle arti visive

Eataly è arrivato a Verona con l’esclusivo progetto Eataly Art House E.ART.H., fondazione senza scopo di lucro voluta da Oscar Farinetti. Si tratta di una proposta inedita e visionaria dedicata al mondo delle arti pensato appositamente per Eataly Verona. Il preciso intento è di rendere l’arte accessibile al grande pubblico grazie a progetti ad hoc dedicati a importanti maestri della fotografia e delle arti visive, mostre mercato d’arte moderna e contemporanea e appuntamenti di approfondimento culturale aperti al pubblico. Uno spazio dove il percorso diventa una vera e propria realtà didattica di oltre 5.000 mq in quella che era la stazione frigorifera specializzata più grande d’Europa nel cuore della città scaligera.

Progettata dall’ingegnere Pio Beccherle è stata inaugurata nel 1930 e oggi restaurata dall’architetto Mario Botta su commissione della fondazione Cariverona. Il primo piano ospita un centro congressi da 200 posti e la sede della Fondazione, spazio destinato a ospitare mostre realizzate con le più interessanti voci del panorama artistico e prestigiose istituzioni culturali italiane e internazionali.
A inaugurare la programmazione due eccezionali grandi mostre visitabili fino al 29 gennaio 2023, la personale dell’artista Ibrahim Mahama (1987, Tamale, Ghana) una delle voci più potenti della scena contemporanea, con Voli-ni a cura di Eva Brioschi che dichiara: «Voli-ni indica un’emersione dal buio, da un passato fallimentare di sconfitta, verso la possibilità di un riscatto, una rigenerazione, per il tramite di un portale vero (l’architettura recuperata) o immaginario (l’arte), situato nel “qui e ora” delle nostre vite terrene». Il visitatore ha il privilegio di innamorarsi di un nucleo di nuovi collage e una grande installazione concepita come un lungo e alto binario di legno che si dispiega occupando l’intero corridoio della Fondazione. Il materiale utilizzato per quest’opera è costituito dai resti di una commessa pubblica rimasta inutilizzata: decine di strutture di letti a castello, progettati per i collegi ghanesi, e mai consegnate, che l’artista ha unito insieme a reti da pesca, materiale d’archivio, tessuti, lavagne creando un assemblaggio stratificato in grado di coinvolgere con forte impatto emotivo anche il più scettico degli osservatori.

Ibrahim Mahama, installation view, Eataly Art House, Verona 2022

La seconda mostra è dedicata al fotografo e regista Anton Corbijn (1955, Strijen, Paesi Bassi) autore di importanza mondiale che torna in Italia dopo circa vent’anni con Staged a cura di Walter Guadagnini. Per la prima volta si pone l’accento, oltre che sullo straordinario lavoro di documentazione umana condotto nel corso degli anni, anche sui processi di costruzione dell’immagine fotografica caratterizzata da forti rilevanze cinematografiche. A rapire lo sguardo una selezione di immagini tratte da due sorprendenti serie di impronta concettuale a.somebody, in cui l’artista prende le sembianze di alcuni dei suoi idoli musicali e 33 Still lives, dove sono ritratti dal vivo personaggi dello star system con forte taglio narrativo. Bob Marley, Kurt Cobain, Janis Joplin, John Lennon,  Elvis Presley, Robert De Niro, Kylie Minogue e Dennis Hopper, sono solo alcuni dei volti raccontanti.

John Lennon Strijen, Holland 2001. Copyright Anton Corbijn

Eataly Art House nasce con un doppio spirito divulgativo, quello culturale che prevede progetti espositivi appositamente concepiti e quella commerciale secondo modalità innovative e il più possibile inclusive. Numerose iniziative, perfette per conquistare sia curiosi che professionisti, come il corridoio degli Artisti E.ART.H., che costituisce un interessante osservatorio sulla produzione italiana contemporanea. Il nucleo di artisti invitati include Federico Cantale (1996, Legnano), Marta Ravasi (1987, Merate), Fabio Roncato (1982, Rimini) e Simona Andrioletti (1990, Bergamo) già vincitrice di Talent Prize 2022. L’artista indaga le dinamiche della collaborazione sfidando l’idea di paternità artistica. La sua ricerca ruota attorno all’essere umano e alla sua connessione con il mondo, considerando tale rapporto sia una questione spaziale che storica, che collega istanze, corpi e memoria collettiva. Ricordiamo tra le sue ultime esposizioni Sorry Mom, con Riccardo Rudi, AdbK, I did not see it coming, Lothringer13 Halle, entrambe a Monaco di Baviera o Chinese Whispers al Museo Novecento di Firenze. Un altro interessante progetto è Photography, in collaborazione con Magnum Photos e CAMERA – Centro italiano per la fotografia di Torino, che presenta un doppio allestimento che si sviluppa specularmente: da un lato la storia, quella degli anni Sessanta raccontata attraverso le immagini dei principali fotoreporter dell’agenzia Magnum, e dall’altro la fotografia emergente di Futures Photography, che proietta l’osservatore verso il futuro. Da Marylin a Malcom X, da Andy Warhol a Che Guevara, con autori come Eve Arnold, Bruno Barbey, Ian Berry , René Burri, Cornell Capa, Guy Le Querrec, Hiroji Kubota e molti altri ancora.

«Magnum Photos, da cui provengono tutte le immagini esposte – spiega il curatore Walter Guadagnini –  è diventata essa stessa un mito, i suoi rappresentanti gli alfieri di una fotografia d’attualità capace di raccontare il mondo in presa diretta con assoluta libertà di espressione e con una strepitosa capacità di unire testimonianza, documentazione e interpretazione». Futures Photography invece, racconta le estetiche e i contenuti delle ricerche di giovani artisti: Karim El Maktafi (1992, Desenzano del Garda), Martina Dendi (1994, Livorno ), Mara Palena (1988, Milano), Jacopo Valentini (1990, Modena) e Riccardo Svelto (1989, Bagno  a Ripoli). In effetti Eataly Art House rappresenta un vero unicum nel mondo dell’arte che va oltre la semplice e asettica esposizione perché del tutto similare ad una visita museale chiara e ben strutturata. Merita decisamente una visita approfittando, perché no, del periodo natalizio nella splendida cornice veronese.

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