Si torna a parlare della legge Ecoproteste. L’occasione si è presentata con il recente attacco degli attivisti di Ultima Generazione alla Primavera di Botticelli agli Uffizi, a poche settimane dal blitz precedente, che ha riguardato lo stesso dipinto. A chiamare in causa la legge, approvata in via definitiva lo scorso gennaio, è stato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha prontamente replicato al gesto degli attivisti e alle loro dichiarazioni.
Per una ‘Primavera di fuoco’: cosa è successo agli Uffizi
Il fatto risale al 3 marzo, quando agli Uffizi di Firenze cinque persone aderenti alla campagna ‘Fondo riparazione’ hanno attaccato dei volantini con le immagini dell’alluvione di Campi Bisenzio sul vetro protettivo della Primavera di Botticelli e sul muro adiacente. Gli attivisti hanno poi srotolato lo striscione con scritto ‘Fondo Riparazione’, distribuendo i volantini ai visitatori. «Noi vogliamo lanciare un appello perché ci sia un Primavera di fuoco, in cui le persone si rendono conto e si risvegliano davvero», ha dichiarato uno di loro.
Tra le dichiarazioni degli ambientalisti, anche un chiaro riferimento alla nuova legge. «Siamo tornati in azione nonostante la legge Ecoproteste, perché sappiamo che è necessario scendere in strada, nelle piazze, nei musei per gridare l’urgenza di una crisi che non si fermerà bloccando chi punta il dito sul problema e indica la strada verso un mondo più giusto. Quando ci renderemo conto che la nostra libertà viene erosa giorno dopo giorno?», hanno affermato.
Sangiuliano: «Gli eco-vandali pagheranno di tasca loro»
Immediata la replica del Ministro della Cultura. «Questi eco-vandali pagheranno di tasca loro – ha esordito – oltre ad essere stati deferiti all’autorità giudiziaria, agli autori di questo ennesimo sfregio alla sacralità del nostro patrimonio culturale è stata comminata una sanzione pecuniaria per il pagamento del ripristino del decoro dell’opera e degli ambienti della Galleria degli Uffizi in cui è ospitata la Primavera del Botticelli, come prevede la normativa voluta da questo governo per contrastare gli pseudo-attivisti che fanno impropriamente dei nostri musei il proprio palcoscenico a disprezzo di chi li visita e di chi vi lavora». «Grave, inoltre – ha concluso – che ciò sia avvenuto in una giornata di festa per la cultura italiana, quale è la domenica al museo, in cui molti cittadini visitano gratuitamente i musei e i siti archeologici italiani per godere delle bellezze che la nostra nazione ha ereditato dal proprio illustre passato».
I dettagli della Legge Ecoproteste
Approvato al Senato a luglio 2023 e passato alla Camera lo scorso gennaio, il disegno di legge di conversione del decreto contro le ecoproteste prevede un inasprimento delle sanzioni nei confronti di chi provochi danni a beni culturali o paesaggistici.
In particolare, chiunque distrugga, disperda, deteriori, renda in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici è punito con una sanzione che va dai 20.000 ai 60.000 euro. La sanzione diminuisce, con un’oscillazione tra 10.000 e 40.000 euro, se si tratta di “un uso pregiudizievole per la conservazione o integrità” di questi beni o – si legge nel testo – di un loro “uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico”. I proventi delle sanzioni saranno utilizzati per il ripristino dei beni danneggiati.
Accanto alle sanzioni pecuniarie, il disegno di legge modifica 635 e 639 del codice penale, prescrivendo da 1 a 5 anni di carcere per chiunque provochi danni a beni durante manifestazioni pubbliche. Oltre alla reclusione, si prevede anche il pagamento di una multa fino a 10.000 euro. Invece, se il danneggiamento avverrà in musei, pinacoteche o gallerie la reclusione potrà andare da 1 a 6 mesi e la multa potrà essere da 300 a 1.000 euro.