Shu Lea Cheng vince il prestigioso LG Guggenheim Award

Shu Lea Cheng, tra violenza di genere e ricerca sociale, ha vinto la seconda edizione dell'LG Guggenheim Award da 100mila dollari.

Shu Lea Cheng, artista multidisciplinare di Taiwan, ha vinto la seconda edizione del LG Guggenheim Award, dedicato agli artisti che indagano l’intersezione tra arte e tecnologia. Shu Lea Cheang è artista e regista e tra i principali esponenti della Net-Art. La sua ricerca riguarda principalmente le tecnologie emergenti e le loro innumerevoli modalità espressive. I suoi progetti sono sempre poliedrici, spaziano dalle installazioni ai film alle performance, in un’arte libera che rifiuta una categorizzazione precisa. Stereotipi etnici, politiche sessuali e questioni di genere sono solo alcune delle tematiche affrontate nella sua arte. È il 1999 quando Guggenheim Museum di New York commissiona il primo lavoro di Net Art della collezione a Shu Lea Cheang. Si tratta di Brandon, monumento a Brandon Teena, transessuale del Nebraska violentato e assassinato nel 1993.

«Shu Lea Cheang è stato uno dei primi a riconoscere il potenziale liberatorio del mondo digitale» ha dichiarato Naomi Beckwith, vicedirettrice e curatrice del Guggenheim. La sua poliedrica attività artistica è impossibile da cristallizzare all’interno di una unica espressione, sempre in un movimento incessante. Ai suoi lavori è possibile applicare una lettura bipolare: un primo piano di indagine, che si concentra sugli strumenti che la tecnologia offre e un secondo piano, in cui il ruolo dei dispositivi sociale diventa narrazione di identità frammentarie, ridotte. Contro ogni aspettativa disillusa l’artista cerca di combattere ogni aspettativa della società, in episodi di disparità che spesso ha dovuto riscontrare. Esponendosi sempre e mettendosi in gioco, per rivendicare la sua autonomia.