San Valentino: ecco le coppie più note del mondo dell’arte

Nel giorno degli innamorati, ricordiamo alcune delle coppie più famose dell'arte, tra passioni fugaci e amori lunghi una vita

A scandire l’evoluzione dell’arte tra il secolo scorso e oggi, non solo artisti solitari. Tra movimenti, adesioni a programmi ed espressioni individuali, alcuni passaggi celebri della storia dell’arte sono legati a relazioni d’amore, che nel loro svolgimento hanno dato luogo a forme d’arte tra le più inattese e all’avanguardia. Di seguito, in occasione di San Valentino, alcune storie tra artisti, sodalizi amorosi e umani, i cui risvolti espressivi – inattesi ma anche programmatici – hanno rappresentato degli sviluppi centrali per l’arte dei nostri giorni.

Tra le più famose, la storia tra Frida Khalo e Diego Rivera. Dall’incontro sotto i ponteggi della Scuola nazionale preparatoria a Città del Messico nel 1922, i due diedero inizio a un sodalizio intellettuale che spinse entrambi oltre i propri limiti. Già pittore affermato in tutto il Sud America lui, agli inizi della carriera lei, Diego e Frida si sposarono nel 1929, dando il via a un matrimonio di sregolatezze e tradimenti, ma anche a un’unione all’insegna dell’arte, composta di input reciproci.

Sul piano della land art, la coppia più prolifica è stata quella che diede vita a Christo e Jeanne-Claude, il progetto comune di Christo Vladimirov Javacheff e Jeanne-Claude Denat de Guillebon. I due, legati in una relazione d’amore, diedero il via alla loro collaborazione artistica nel 1963 con interventi sul paesaggio, di cui il primo nel porto fluviale di Colonia, in Germania, a cui ha fatto seguito il celebre Rideau de Fer a Parigi, un muro di barili d’olio che bloccava rue Visconti, in segno di protesta al muro di Berlino. Tra i codici più noti della coppia, il rivestimento di monumenti con tessuti, praticando un vero e proprio “imballaggio”.

Ma nella storia dell’arte più recente, non solo storie canoniche. È il caso di Salvador Dalí e Amanda Lear, musa e amante dell’artista per oltre diciassette anni. Una relazione inaspettata, di cui Amanda Lear ha raccontato in un libro dedicato a Gala, moglie di Dalí, a cui è stata legata per anni da una profonda amicizia. Non un rapporto a due, insomma, ma un triangolo artistico che ha spinto i tre a ripensare i concetti di amore e di arte.

Una relazione di appena pochi mesi, quella tra Jean-Michel Basquiat e Madonna, avvenuta alle soglie dell’enorme successo di Like a Virgin. Consumatasi tra le gallerie d’arte newyorkesi, la storia tra i due è stata breve, ma ha rappresentato un momento di slancio artistico per entrambi: non solo Madonna si trasformò di lì a poco nella regina del Pop, ma anche Basquiat iniziò a collaborare più assiduamente con Andy Warhol, il re della Pop Art.

Altra storia senza lieto fine, quella tra Jeff Koons e Ilona Staller. Tra i maggiori artisti viventi lui, icona del Neo Pop, star del cinema a luci rosse lei, i due si sono incontrati nel 1987, all’apice delle rispettive carriere. Con un matrimonio prossimo al naufragio già nei primi anni Novanta, la relazione esprime i suoi esiti artistici in diverse occasioni, dalla mostra itinerante Post Human, che tra il 1992 e il 1993 consacra Koons, e la serie Celebration che, a partire dalla metà degli anni Novanta, celebra la nascita del loro figlio Ludwig con quadri e monumentali sculture. Celebre anche un film che non vedrà mai la luce, Made in Heaven, in cui Koons e Staller fanno sesso in un paesaggio fatato.

Emblemi della seconda metà del Novecento, Marina Abramović e Ulay hanno impressionato tutto il mondo con le loro celebri performance. Legati in una storia d’amore per oltre dieci anni, i due si sono incontrati a carriere già avviate, nel 1976, quando diedero inizio alla loro indagine artistica come coppia con i Relation Works, che dimostrano le implicazioni del legame tra due persone, anche dopo la separazione. Marina Abramović e Ulay hanno infatti utilizzato il loro rapporto come strumento di riflessione sulle relazioni e ne hanno scandito l’andamento attraverso le performance portate in scena. L’ultima avrebbe dovuto essere Lovers: The Great Wall Walk, in cui i due, camminando dagli estremi opposti della Grande Muraglia Cinese, si vennero incontro, per capire se la loro crisi fosse superabile. Dopo un cammino di novanta giorni, si lasciarono per sempre, rivedendosi solo nella celebre performance The Artist is Present di Marina Abramović al MoMa.

Art for all. Questo lo slogan di una coppia tra le più provocatorie del Novecento. Si tratta di Gilbert & George. Con Londra come luogo di elezione, i due si conobbero nella capitale britannica e anticiparono la generazione degli Young British Artists, scegliendo un’arte dal forte impatto comunicativo. Al tempo degli esordi, Gilbert & George si dedicarono principalmente alla forma della performance, mentre dagli anni Settanta adottarono il linguaggio fotografico in via prevalente.

Dal forte impatto generazionale, la coppia simbolo degli anni Sessanta e Settanta: John Lennon e Yoko Ono. Si conobbero a Londra e, tra musica e arti visive, fecero del loro legame uno strumento politico. Durante la loro luna di miele, l’atto d’inizio ufficiale di questa pratica, che è passata alla storia come bed-in, una forma di protesta non violenta contro la guerra in Vietnam, in cui John Lennon e Yoko Ono diedero libero accesso ai giornalisti alla loro stanza d’albergo e rimasero per tutto il tempo a letto a parlare di amore e pace universali.

A cavallo tra arte visiva e musica, anche la storia tra Matthew Barney e Björk. Performance artist e regista lui, pop star islandese lei, i due si conobbero nel 2001. Ma fu il divorzio nel 2013 a destare una particolare attenzione, quando la cantante pubblicò Vulnicura, un album interamente dedicato alla fine del matrimonio con l’artista.