Linea Orizzontale, Sonia Andresano racconta a tensione dell’agire

Fino al 3 marzo al Casale dei Cedrati a Roma ospita il progetto site-specific La linea orizzontale firmato da Sonia Andresano

Fino al 3 marzo, le sale espositive del Casale dei Cedrati a Roma ospitano la mostra La linea orizzontale di Sonia Andresano, un progetto site-specific che fa parte del ciclo di mostre e residenze ideato e curato da Lori Adragna.

Artista salernitana, classe 1983, Andresano propone un percorso installativo fatto di foto e video incentrato sui processi alla base dell’idea stessa di cambiamento. L’attesa, il viaggio, il nomadismo e il cambiamento sono tutti temi toccati da Andresano nei suoi lavori pensati appositamente per questo spazio. «Ho cercato – racconta l’artista – di respirare le atmosfere del luogo. La mia volontà è tentare di delineare un nuovo tragitto che, seppur precario, è possibile superare con equilibrio.».

Dopo aver vissuto il luogo, infatti, ha deciso di realizzare un’opera installativa site-specific che giocasse sul tema della tensione e della sospensione. «L’opera – spiega Andresano – racconta la tensione, il peso di un corpo sospeso, la vibrazione. Il gesto ostinato della performer mentre pratica lo slackline, sospesa tra gli alberi di Villa Pamphili, è un atto di coraggio, un esercizio di equilibrio interiore. Ho pensato fosse il giusto augurio per il Casale dei Cedrati dopo la sua temporanea chiusura: una rinascita verso la prosecuzione di un percorso iniziato e sospeso».

L’installazione è composta da due video e del materiale fotografico. Nel primo video, la tensione dell’elastico sospeso al vento ci offre un’immagine potente dello sforzo che sta per essere intrapreso: quando il peso non è più presente, la tensione persiste, vibrando nell’aria come un eco della nostra stessa lotta interiore. L’audio della vibrazione di sottofondo amplifica questa sensazione, immergendoci ancora di più nell’esperienza. Nel secondo, attraverso tre momenti distinti, siamo portati a riflettere sullo spazio che ci circonda. Con l’orizzonte alzato il senso di confinamento diventa quasi oppressivo, mentre il punto di riferimento si sfuma e il nostro corpo sembra essere schiacciato tra due linee invisibili. È come se il mondo intorno a noi si restringesse, mettendo alla prova la nostra capacità di orientarci e di trovare un equilibrio in un ambiente che sembra sempre più ostile e alienante.

«La mia volontà – precisa l’artista – è quella di ridisegnare l’orizzonte, di creare un paesaggio quasi astratto, pittorico, in cui il campo si restringe e comprime su una linea orizzontale. Il punto di vista rialzato aiuta lo spettatore a posizionarsi diversamente nello spazio, a immaginarsi in bilico su questa tensione».

Posizionare l’opera in alto nell’allestimento fisico non solo crea un effetto visivo potente, ma suggerisce anche una sorta riposizionamento emotivo e intellettuale. L’opera diventa così accessibile a tutti, un invito a esplorare nuovi modi di percepire e comprendere il mondo che ci circonda.
Linea Orizzontale ci offre un’occasione unica per esplorare la narrazione di un’artista che, percorrendo le traiettorie del corpo, studia i cambi di prospettiva che diventano forma artistica. Nell’equilibrio tra aggiunta e sottrazione, l’artista trova la chiave per raccontare un vissuto personale ma che appartiene e interessa chiunque.