Sanremo, un’edizione senza scala centrale. Tra gli scenografi una docente RUFA

Gaetano e Maria Chiara Castelli, che da anni si occupano della scenografia di Sanremo, hanno realizzato un palco ispirato ai fiori

Quest’anno al Festival di Sanremo nessuna traccia della scala tradizionale. A firmare la scenografia dell’Ariston, però, due nomi ormai storici, e sono Gaetano e Maria Chiara Castelli, padre e figlia. Se il primo ne disegna le scene dagli anni Ottanta, la seconda, anche docente alla RUFA (Rome University of Fine Arts), è approdata nella città ligure dal 2008.

«Quest’anno abbiamo voluto affidarci a forme organiche, prendendo spunto da un fiore come l’orchidea e dai suoi petali, esasperandone le forme per disegnare in modo morbido anche le due scale laterali, volute da Amadeus, dalle quali scenderanno gli artisti in gara», dichiarava Maria Chiara Castelli prima dell’inizio del Festival di Sanremo 2024.

Un abbandono della scala centrale, almeno per quest’anno. «La scala? Se fosse stato per me non l’avrei mai messa – ha spiegato Gaetano Castelli – toglierla vuol dire avere una scenografia pulita, altrimenti in ogni inquadratura dei cantanti, che sono quasi sempre ripresi dalla vita in su, si vedono le righe dietro». Una ragione estetica, insomma, ma che nell’edizione appena terminata ha anche portato il palco a mietere meno vittime.

Diverse le motivazioni che hanno portato a progettare una scenografia così diversa. Ogni anno più all’avanguardia, le scene della 74esima edizione del Festival di Sanremo sono ispirate al mondo dei fiori, elemento distintivo della città di Sanremo, che per i suoi è famosa in tutto il mondo.

Una suggestione che implica una struttura più morbida. La scenografia, ha spiegato Castelli, «è basata su una serie di curve, per far entrare lo spettatore in una sorta di volta magica. Le luci sono incorporate nel progetto e non ci sono ledwall. E’ una battaglia che sto facendo, quella di eliminare i ledwall: qui finalmente non ci sono. Questo fa in modo che quando il palco è poco illuminato si accendano i riflettori che fanno da contorno al disegno scenografico, che comunque resta visibile».