Banksy si autosvela? In una vecchia intervista sarebbe spuntato il suo vero nome

«It's Robbie», gli è sfuggito in una vecchia intervista radiofonica dei primi Duemila. E adesso le scommesse si sprecano...

In principio era il leader dei Massive Attacks, Robert “3D” del Naja, poi fu la volta di Robin Gunningham, ex studente di una scuola pubblica della città inglese e prima ancora le molte voci in circolazione vedevano nella figura di Banksy solo uno pseudonimo con cui più persone firmavano le proprie opere in diverse città. Nella gara morbosa della scoperta dell’identità dello street artist di Bristol, spunta oggi una vecchia intervista radiofonica della BBC che “rivelerebbe” il nome del più misterioso degli artisti: è il 2003 e il giornalista dell’emittente britannica, Nigel Wrench, chiede a Banksy se il suo nome sia Robert Banks e l’artista risponde: «È Robbie». Si tratta di una delle prime interviste radiofoniche conosciute di Banksy, la cui vera identità non è mai stata rivelata, ma l’intervista offre ai suoi fan, tra cui molti vip, la rara possibilità di ascoltare la sua voce.

Banksy

L’artista, all’epoca ventenne, fu intervistato da Wrench per celebrare l’apertura dello spettacolo ‘Turf War’ di Banksy nella zona est di Londra. Da tempo si specula sull’identità dello street artist, le cui opere sono apparse nei luoghi più disparati del pianeta: dalle periferie inglesi, all’Ucraina fino alla Palestina. Quest’ultimo tassello potrebbe confermare (ma anche allontanare) l’ipotesi che dietro il profilo misterioso dell’artista ci sia il 53enne di Bristol, Robin Gunnigham. Supposizione, questa, presa per buona dall’imprenditore musicale Andrew Gallagher, in una causa per diffamazione intentata di fronte al tribunale di Londra dove il presunto street artist avrebbe dovuto presentarsi, rivelando la sua identità, davanti al giudice. Nonostante le ipotesi nessuno sa con certezza chi si nasconda dietro il nome di Banksy.