Dentro/Fuori di sé. Indagini sul confine nell’ExGarage di Tor Tre Teste

L’ExGarage, persa la sua originale funzione di transito, diventa luogo di attesa e spaesamento rispetto a ciò che si lascia fuori dalla soglia

Caterina Sammartino

Limen. Confini tra sé e dentro di sé è il primo progetto espositivo a cura di Beatrice Ciotoli, Roberta Cristofari, Irene Iodice ed Eleonora Turli, nato tra le mura di ExGarage, uno spazio espositivo e laboratoriale nel quartiere di Tor Tre Teste, a Roma. Un progetto espositivo sperimentale, nato all’interno di un laboratorio di cooperazione partecipata, oggi polo culturale della periferia romana, che conserva ancora le sue caratteristiche strutturali. 

Tredici gli artist* della scena romana che espongono nella collettiva: Antonio Anzalone, Matteo Bussotti, Cecilia Carmine, Francesca Romana Cicia, Matteo Costanzo, Emanuele Fasciani, Alberto Gennaro, Maia Evangelisti, Maura Prosperi, Giulia Romolo, Caterina Sammartino, Francesco Seu, Tanek. Le opere intendono aprire una porta verso lo stato liminale, una precisa condizione psicologica in cui si perde il controllo sull’avvenire e si è introdotti in un campo metaforico.

In questa occasione emerge la natura liminale dello spazio espositivo: l’ExGarage, persa la sua originale funzione di transito, diventa luogo di attesa e spaesamento rispetto a ciò che si lascia una volta varcata la soglia di ingresso. La mostra vuole stimolare una riflessione profonda e personale, costringendo il fruitore ad abbandonare ogni sicurezza e proiettandolo in una dimensione ignota. Cosa succede quando si è disposti ad accettare questo stato estraniante e a valicare quel labile confine tra il sé e il dentro di sé?

Lo stato liminale costringe al cambiamento, in esso si cade nell’oscurità dell’incertezza, privati del controllo sull’avvenire. Le opere esposte stimolano una riflessione profonda e personale, invitando il fruitore ad aprirsi a nuovi orizzonti, così da raggiungere una maggiore consapevolezza del proprio stato. L’arte, all’interno di questo luogo, diventa il mezzo per indagare il sé rielaborando una nuova soggettività. 

E se, invece di negarla, accettassimo tale trasformazione; se, senza opporci,vivessimo questo stato di liminalità con un atteggiamento diverso, accettandolo e rendendolo fonte dinuovi stimoli? Lo spazio liminale diviene così un luogo metaforico, nel quale riflettere e porsi in ascolto del sé; trattenendosi in un limbo fatto di stimoli attivati dalle opere, che ci portano davanti a nuove e inesplorate soglie. 

Maura Prosperi

«Tra ‘ciò che era’ e il ‘ciò che sarà’ Luogo di confine, attesa, non conoscenza.Spazio liminale, dimensione sfumata in cui avviene la trasformazione, solose impariamo ad aspettare, solo se lasciamo che ci formi».

9 – 12 novembre 2023
Ex Garage, Via Prenestina 706 – Roma