Il Mattatoio di Roma ospita la mostra della XVI edizione del Talent Prize

Esposti i lavori del vincitore, dei finalisti e premi speciali del concorso e l'opera realizzata da Emilio Isgrò per Inside Art

Il Mattatoio di Roma si prepara a ospitare l’opening della mostra del Talent Prize 2023. La 16esima edizione del premio di arte contemporanea promosso da Inside Art e ideato da Guido Talarico, inaugura alle 18.30 di giovedì 26 ottobre e resterà visibile fino a domenica 19 novembre (Piazza Orazio Giustiniani, 4).
Nell’esposizione, a cura di Fabrizia Carabelli ed Elena Pagnotta, saranno presentate l’opera del vincitore, Giulio Bensasson, e quelle dei finalisti e dei vincitori dei premi speciali, assegnati dagli sponsor e partner del concorso.

Giulio Bensasson (Roma, 1990) vive e lavora a Roma, dove ha a conseguito il diploma in Pittura e il diploma specialistico in Scultura e nuove tecnologie applicate allo spazio all’Accademia di Belle Arti. La sua pratica artistica si sviluppa principalmente attraverso il linguaggio scultoreo e l’installazione. Tra i soggetti al centro del lavoro, il tempo è elemento primario presente in molte sue opere, materiale espressivo attraverso il quale indaga il trasformarsi della materia e i processi aleatori che vi si manifestano.

L’opera con cui si è aggiudicato il primo premio, Come funghi, è un’installazione composta da un numero variabile di sculture, create attraverso la tecnica del calco, che si rifanno alle forme dei funghi lignicoli ma con la consistenza, il colore e il materiale stesso dei sex toys. Il fungo si nutre della materia organica decomponendola, trasformandola, e infine generando corpi fruttiferi dalle forme sorprendenti. Queste strutture sembrano essere rappresentazioni scultoree della decomposizione ma, invece di richiamare la morte e il deperimento da cui sono generati, restituiscono allo sguardo stupore e meraviglia, dando forma al potere rigenerativo della natura. Attraverso l’utilizzo della gomma siliconica rosa, la forma organica del fungo si trasforma in una presenza buffa e inquietante al contempo. «Come funghi – spiega l’artista – è un monito visivo che ci ricorda la nostra precarietà, ma è anche un auspicio mosso dalla speranza di poter apprendere dai funghi come generare bellezza dal marciume».

Giulio Bensasson, Come funghi, 2022, photo Studio Daido

I FINALISTI

Insieme al lavoro del vincitore, il pubblico potrà visitare in mostra anche i lavori di: Vaste Programme con Calentamiento, Yuxiang Wang con VacavaTommaso Spazzini Villa con Autoritratti [Odissea], Itamar Gov con Il Mausoleo dei Cedri Rifiutati, Axel Gouala con Falaise, Gianluca Brando con Quiete, Marco Rossetti con Slander, Camilla Alberti con Bizarre Remains. Remain 1 e Daniele Di Girolamo con Beautiful things fading away (conversation).

I PREMI SPECIALI

I premi speciali assegnati dal main sponsor del premio, la Fondazione Cultura e Arte:

  • il Premio Speciale Emmanuele F.M. Emanuele conferito a Tommaso Spazzini Villa per l’opera Autoritratti [Odissea], una narrazione video che ricompone l’Odissea sulla base delle parole evidenziate da 400 detenuti di diverse carceri ai quali è stato chiesto di generare una riflessione personale sul testo del poema. 
  • il Premio Speciale Fondazione Cultura e Arte/Sezione Internazionale andato ad Axel Gouala per l’opera Falaise è un opera “site specific” che raffigura allo stesso tempo una scultura e una costruzione in rovina. L’opera rimanda a diverse architetture e alle rappresentazioni del paesaggio romantiche così come alla dimensione di un viaggio espanso, dal Mediterraneo alle montagne del Sichuan.
  • il Premio Speciale Fondazione Cultura e Arte/Sezione Emergenti se lo aggiudica Yuxiang Wang con Vacava, una scultura che riproduce un progetto realizzato dall’artista a Vacone nel 2022, in cui aveva rallentato il tempo dell’intera città. Il pendolo dell’orologio, infatti, viene immerso nell’acqua che, facendo resistenza, lo fa oscillare più lentamente. Un lavoro poetico sul tempo e sul fallimentare tentativo di rallentarlo. 

E poi:

  • Il Premio Speciale UTOPIA, società di Public Affairs & Corporate Communication, è stato assegnato a un artista compreso nella selezione dei finalisti, Itamar Gov con Il Mausoleo dei Cedri Rifiutati. L’opera, presentata per la prima volta nella Chiesetta Gotica di Squillace, parte dalla narrazione del viaggio che ogni anno decine di Rabbini compiono in Calabria alla ricerca del cedro perfetto (che ha un valore simbolico nella festività ebraica del Sukkot) per spostare l’attenzione sui cedri rifiutati, attraverso fotografie e un’installazione dei cedri stessi.
  • Il Premio Speciale INSIDE ART se lo aggiudica Luca Marcelli Pitzalis per il lavoro The flag on the highest tower, una bandiera con la scritta “mom, can I come home?”, un’intima dichiarazione di sconfitta, simbolo di disperazione ma anche di speranza. Il ritorno a casa dai genitori, la sottrazione da un sistema produttivo opprimente e violento, ossessionato dalla crescita e dal successo, è un racconto che si può estendere a un’intera generazione. Sul retro della bandiera si leggono ricordi e citazioni di autori che lasciano intravedere, oltre il fallimento, promesse di un futuro positivo.

LA MENZIONE DELLA GIURIA

Eccezionalmente quest’anno è stata riconosciuta dalla giuria anche una menzione speciale per il lavoro fotografico di Diego Randazzo dal titolo FLAT / Perché un algoritmo elimina l’uomo da una stanza piena di solitudine?, una ricerca incentrata sul problema delle autorialità delle immagini e sugli inciampi generativi dell’Intelligenza Artificiale.

Al vincitore, ai finalisti e ai premi speciali è stato anche riservato un approfondimento sul magazine Inside Art, in uscita nel mese di ottobre e reperibile al Mattatoio durante l’opening.

Qui le foto di tutti i lavori

Il Talent Prize 2023 rappresenta inoltre l’occasione per dare avvio alle celebrazioni per il ventennale di Inside Art che si svolgeranno per tutto il 2024. Per questa significativa ricorrenza, il maestro Emilio Isgrò ha realizzato un’opera per la rivista, che sarà esposta eccezionalmente in mostra al Mattatoio insieme ai vincitori del concorso. «Gli inconfondibili segni di cancellature di Emilio Isgrò in china sono impressi in quest’opera che si presenta come un libro in box di legno. Emilio, nella sua grande generosità, ha voluto utilizzare Inside Art, che ho fondato 20 anni fa, per cancellarlo alla sua maniera. Di fatto un regalo di compleanno a noi e a tutti quei giovani artisti che in questi anni di lavoro abbiamo provato a sostenere». Sarà proiettato in mostra anche il documentario diretto da Guido Talarico: Emilio Isgrò – Come cancellare l’inutile. Il film è prodotto da FAD, società di produzione di Guido Talarico e da Lilium Distribution di Simona Garibaldi, in collaborazione con Rai Cultura e con Treccani – Istituto della Enciclopedia Italiana.