Massimo Bartolini è l’artista del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia 2024

Dopo la nomina di Luca Cerizza come curatore del Padiglione Italia, arriva anche il nome di Bartolini come artista alla prossima Biennale

È dell’altro giorno la notizia della nomina di Luca Cerizza a curatore del Padiglione Italia alla Biennale Arte di Venezia 2024, arrivata di fretta e furia anche in maniera non convenzionale visto che l’annuncio non è stato fatto dal MInistro della Cultura Sangiuliano, ma attraverso le dichiarazioni del Sottosegretario Sgarbi. Ora arriva anche il nome dell’artista che con il suo lavoro animerà gli spazi del Padiglione Italia all’Arsenale: Massimo Bartolini. Artista con cui Cerizza si è presentato al concorso come curatore del Padiglione Italia alla Biennale d’Arte di Venezia 2024.

Nel suo lavoro, Bartolini volge a sperimentare aspettative, relatività e ipotesi di ciò che è fisso rispetto al flusso; questi temi diventano metafore per l’immaginazione, la memoria, la nostalgia e l’ossessione. Le sue opere più famose sono installazioni immersive, spesso sensuali, che inducono nello spettatore uno stato meditativo e di maggiore consapevolezza, che è ancora altamente esperienziale, facendoci riflettere sulla relatività di ciò che è stabile e immutabile.

Le opere di Bartolini non possono prescindere dal rapporto con lo spazio pre-esistente, pur conservando sempre un’innata e autonoma forza scultorea. Lo spazio occupato, modificato o creato ex novo dall’artista, non è inteso unicamente come luogo fisico, reale e architettonicamente definito, ma piuttosto sembra traslare verso la dimensione più intima ed emotiva della mente umana. Servendosi di un luogo dato e predefinito, o anche di oggetti d’arredo di uso comune, quali librerie, letti, panche e tavoli, Bartolini ne modifica le principali caratteristiche e coordinate, ribaltando significati e usi comuni e creando uno spiazzamento percettivo nel visitatore.

Conclusasi lo scorso maggio, Hagoromo è il titolo della mostra che ha visto Bartolini protagonista al Centro Pecci di Prato, curata proprio da Luca Cerizza. Un’esposizione che ripercorre i tratti distintivi della sua ricerca artistica, ovvero le dimensioni artistica, narrativa, architettonica e spaziale. Elementi che sicuramente ritroveremo nel suo lavoro pensato per il Padiglione Italia.

Tuttavia, non si sono fatte attendere le dichiarazioni proprio di Vittorio Sgarbi, in merito alla nomina: «Questo signore che ha vinto sembra che abbia scelto il solo Massimo Bartolini, ma io non voglio credere che la mia Italia sia quella che sceglierà questo curatore e credo che non sia neppure l’Italia di Sangiuliano. Ho parlato a lungo ieri con il ministro il quale avrebbe voluto comunicare oggi il nome del curatore: dalle indicazioni che ho avuto sul suo progetto non ho capito assolutamente niente ma ritengo che il nostro principale obiettivo sia di evitare di avere un padiglione tipo quello di Tosatti, cioè di uno solo che fa quello che vuole. La Biennale si svolge ogni due anni e gli italiani sono tanti, sono fotografi, cultori di fumetto, designer e tanto altro».

Nato a Cecina in provincia di Livorno nel 1962, Massimo Bartolini si forma all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Fin dagli inizi della carriera, la sua ricerca e la sua pratica sono il risultato di un’indagine che verte sul rapporto tra uomo, natura e spazio architettonico. Utilizzando diversi media espressivi, Bartolini focalizza la sua attenzione nella progettazione di elementi che richiamino i nostri sistemi percettivi e siano in grado di trasformare lo spazio.

Ha esposto in personali a livello internazionale presso GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, Torino, 2005; Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci, Prato, 2003; Museu Serralves – Museu de Arte Contemporanea, Porto, 2007. Tra le numerose manifestazioni internazionali si ricordano Manifesta 4 (Francoforte, 2002), alla 2a Biennale di Santa Fe (1997), alla Biennale di Venezia nel 2005 e nel 1999, nel 2011 alla Triennale di Yokohama, e nell’anno successivo a dOCUMENTA 13, Kassel.