«Il continuo sviluppo, gli impatti dei cambiamenti climatici e del turismo di massa rischiano di provocare cambiamenti irreversibili all’eccezionale valore universale di Venezia». Con queste parole il World Heritage Centre, ramo dell’Unesco, “raccomanda” l’iscrizione della città lagunare nell’elenco dei Patrimoni dell’Umanità in pericolo.
Secondo l’Unesco le misure assunte finora per lottare contro il deterioramento della situazione a Venezia sono “insufficienti” a causa del turismo di massa che invade la Serenissima e dei cambiamenti climatici. Anche gli edifici troppo alti, suggerisce il rapporto, possono avere un notevole impatto visuale negativo sulla città lagunare e dovrebbero essere costruiti lontano dal centro di Venezia. Mentre l’aumento del livello del mare e altri “fenomeni meteorologici estremi” legati al riscaldamento climatico minacciano l’integrità del sito.
«Venezia nel suo insieme è uno straordinario capolavoro architettonico perché anche il più piccolo monumento racchiude opere di alcuni tra i piu’ grandi artisti al mondo come Giorgione, Tiziano, Tintoretto Veronese e altri», spiega l’Onu in una nota. Per le sue condizioni eccezionali, uniche al mondo, è al tempo stesso tra le città più visitate e più fragili del pianeta.
Una scelta che per diventare definitiva dovrà essere votata a settembre dagli Stati membri dell’organismo Onu, in una riunione in programma dal 10 al 25 settembre a Ryad, in Arabia Saudita.
Venezia è entrata a far parte del Patrimonio universale dell’Unesco nel 1987, ma non è la prima volta che rischia di finire in questa lista. Sempre secondo gli esperti del Centro del Patrimonio Mondiale, la risoluzione di questi problemi «annosi ma urgenti» viene «ostacolata dall’assenza di una visione strategica comune globale» nonché una «scarsa efficacia e coordinamento» tra le autorità locali e nazionali dell’Italia.
C’è tuttavia chi ancora nega i rischi legati al cambiamento climatico. Il sovrintendente della Fenice Fortunato Ortombina, ad esempio, articola così la sua posizione: «Onestamente dispiace che l’Unesco giunga a certe conclusioni più che altro per una questione di immagine. Se il timore per la città è quello statico, personalmente non penso che il flusso dei turisti metta in serio pericolo Venezia. Forse però dovremmo chiederci un po’ tutti cosa potremmo fare in più, perché risorse e potenzialità non mancano».