Sparks and Frictions. Al WEGIL inaugura la terza edizione di Re:humanism

L'edizione 2023 indaga come sempre il rapporto fra AI e arte contemporanea, nell’ambito di uno sviluppo sostenibile e inclusivo

Sparks and Frictions inaugura oggi, 24 maggio, al WEGIL di Roma. Scintille e attriti fanno da perno alla terza edizione di Re:humanism, l’ormai noto premio volto a indagare i rapporti tra intelligenza artificiale e arte contemporanea, gli utilizzi del medium e le sue implicazioni culturali, sociali, estetiche. L’edizione 2023, in particolare, riflette sulla creazione di nuovi immaginari nell’ambito di uno sviluppo sostenibile e inclusivo, mantenendo una postura critica rispetto al sempre più diffuso fanatismo tecnocratico. Curata da Daniela Cotimbo, presidente dell’associazione Re:humanism, la mostra – visitabile fino al 18 giugno – affronta diversi punti tematici: dalle New Ecologies, che mirano a ripensare le logiche dell’estrattivismo dei dati e delle risorse ambientali, alle New Narratives, prospettiva che intende rileggere la storia del progresso scientifico attraverso la lente della decolonialità, recuperando saperi e rituali arcaici che in dialogo con l’innovazione generano nuove mitologie; dalle esplorazioni del rapporto con il non-umano di Playing with non-human alle trasformazioni corporee nelle pratiche di biohacking di Hacking the Body; da Exploring Metaverse che raccoglie visioni, paure e sogni legati alla nuova frontiera della Realtà Virtuale a Machine Visions and Dreams, affascinante immersione nell’inconscio macchinico; fino ad arrivare a Other explorations, mappatura di sguardi differenti sui futuri che ci attendono.

I posto: Joey Holder, Zoophyte

In questi territori si muovono le opere presentate nel percorso espositivo, selezionate da una giuria d’eccezione nei mesi scorsi. Le opere dei primi tre classificati: Zoophyte, visionaria creazione dell’inglese Joey Holder ispirata dalla criptozoologia, che delinea un ambiente popolato da creature marine inventate, non scoperte o di cui la scienza ufficiale sa poco, per riflettere sul confine tra realtà e fantasia; il perturbante progetto dal titolo Monologo di Riccardo Giacconi che unisce le antiche tecniche del teatro di figura alle reti neurali artificiali; e The Martian Word for World is Mother dell’artista nord americana Alice Bucknell, un lavoro che intende ribaltare la prospettiva antropocentrica che domina le questioni legate all’esplorazione spaziale e alla colonizzazione di nuovi pianeti.

A questi si aggiunge l’opera cui è stato assegnato l’Emerging Prize, firmata dall’artista e designer cinese Yue Huang: Artificial Life decostruisce l’immaginario fantascientifico di un’Intelligenza Artificiale iper performante mettendoci davanti ai fallimenti di un’IA goffa e divertente. L’intersezione fra mondo naturale e tecnologia è invece centrale nell’opera Mythmachine dell’indiano Sahej Rahal, un bioma virtuale abitato da creature post-umane pensato per mettere in crisi le distinzioni binarie tra mente e corpo, umano e artificiale, mito e memoria; e per alimentare quelle “nuove narrazioni” che investono anche il lavoro di Ginevra Petrozzi dal titolo Bite Off More Than You Can Chew, dove l’analisi facciale eseguita dall’IA viene messa in dialogo con gli antichi sistemi di divinazione somatica, in un vorticoso intreccio fra arcaico e contemporaneo, pensiero magico e pensiero tecnologico. Sul fronte delle “nuove ecologie” si iscrivono invece sia Echinoidea Future – Adriatic Sensing dell’artista slovena Robertina Šebjanič e Ciò che resta di Piero Alfeo: la prima indaga le attuali condizioni bio-geologiche e morfologiche del riccio di mare plasmato dall’azione inquinante dell’uomo mentre la seconda affronta il problema dell’inquinamento acustico degli oceani e la necessità di rinegoziare i rapporti interspecie. Le trasformazioni delle relazioni sociali e quelle identitarie sono il territorio in cui si muove anche Farming, opera firmata dalla giovane artista romana Federica di Pietrantonio che riguarda l’impatto delle piattaforme di gioco sulla vita quotidiana, fra hikikomori, neet e gold farmer.

Tra le novità di quest’anno l’assegnazione del Premio Speciale Salvatore Iaconesi, dedicato al geniale artista, ingegnere robotico e attivista recentemente scomparso va all’opera di Mara Oscar Cassiani, Ai Love, Ghosts and Uncanny Valleys <3. I broke up with my Ai and will never download them again, originale speculazione sulle possibilità di innamorarsi di un’Intelligenza Artificiale, presupponendo le stesse devianze che segnano le relazioni tossiche, dal ghosting alla sopraffazione.

A queste opere si aggiungono poi i due progetti del Premio Digitalive di Romaeuropa, che verranno presentati in autunno nell’ambito del Romaeuropa Festival.

Mara Oscar Cassiani, Ai Love, Ghosts and Uncanny Valleys <3 . I broke up with my Ai and will never download them again