Il Padiglione Germania presenta la nuova edizione di Performing Architecture durante la Biennale di Architettura

Per la Biennale, il Goethe-Institut presenta un programma che esplora la dimensione performativa dell'architettura, attraverso le sue intersezioni con la coreografia e la performance

Manca poco alla 18a Mostra Internazionale di Architettura – La Biennale Venezia – dal 20 maggio al 26 novembre – e il Goethe-Institut inaugura il Padiglione Germania con la nuova edizione di Performing Architecture.
Partner del Padiglione Tedesco, il Goethe-Institut presenta dal 2014 una serie di eventi collaterali che indagano la dimensione performativa dell’architettura, attraverso le sue intersezioni con la coreografia e le arti performative. Nell’interazione con le altre arti, l’architettura può essere vissuta in modo nuovo evidenziando la propria rilevanza sociale e politica. Performing Architecture è un programma di dibattiti, performance, visioni e domande che utilizza come scenario lo straordinario spazio urbano di Venezia durante la Biennale Architettura.

Con il programma di quest’anno il Goethe-Institut si rifà esplicitamente al concetto di Laboratorio del futuro della curatrice della Biennale Lesley Lokko e alla sua realizzazione da parte dei curatori del Padiglione Germania, ARCH+ / SUMMACUMFEMMER / BÜRO JULIANE GREB, dal titolo Open for Maintenance. Il programma affronterà quindi sfide sociali urgenti come l’inclusione, la cura, la manutenzione, la riparazione e la rigenerazione. Nel contesto della Biennale diventeranno udibili e visibili voci che altrimenti tendono a rimanere nascoste. Un tema centrale sarà quello del lavoro, approfondito dal collettivo Art For UBI con Marco Baravalle, Emanuele Braga, Gabriella Riccio (Institute of Radical Imagination) e Anna Rispoli, in collaborazione con Sale Docks. Un altro punto centrale è la coreografia site-specific per il Padiglione Germania a cura di Alessandro Schiattarella per Forward Dance Company di Lipsia (LOFFT – Das Theater) con interpreti dalle fisicità normative e non.

19 maggio, alle ore 19:30, presso le Casette alla Giudecca il collettivo Art For Ubi presenta una performance, definita “inchiesta performativa” sulle condizioni del lavoro culturale a Venezia. Biennalocene. Se ’l mare fosse de tocio è un dibattito che prende le mosse da una serie di interviste a un gruppo di lavoratrici e lavoratori delle industrie culturali veneziane. Saranno gli intervistati stessi a portare in scena le loro considerazioni sulla precarietà professionale ed esistenziale, la casa, il reddito e il futuro della città lagunare alla prova del riscaldamento globale.

Sempre il 19 maggio, alle ore 13:15 e il 20 maggio ore 12:00/ore 16:00, ai Giardini della Biennale, va in scena Sulle sponde, sviluppato appositamente per il Padiglione Germania, è un adattamento dello spettacolo Sulle sponde del lago – Am Ufer des Sees, una produzione di danza congiunta di Forward Dance Company di LOFFT – Das Theater di Lipsia e del coreografo Alessandro Schiattarella. Lo spettacolo cerca il dialogo con l’ambiente circostante, aprendo spazi di consapevolezza e cura, riparazione e guarigione, rinnovamento e sorpresa, fragilità e perfezione: spazi in cui le nostre nozioni di norma, narrazioni e nazioni possono incontrarsi e relazionarsi in modi nuovi. Basato su Il lago dei cigni (1877, musica di Čajkovskij) il pezzo smonta il canone stabilito e riassembla in modo sovversivo il balletto classico in modi inclusivi e diversi, unendosi alla lunga genealogia di produzioni del Lago dei cigni.