Vecchia conoscenza di Inside Art, Corinna Gosmaro, vincitrice del primo premio del Talent Prize 2019, torna a Roma con una nuova personale da The Gallery Apart. Naturale prosecuzione della ricerca che ha sempre visto l’artista impegnata nello studio delle percezioni, anche in questa nuova occasione la serie di lavori presenti in mostra verte sulla definizione di un immaginario mediano, un gioco appeso tra filologico ed estetico, intrigante per lo spettatore appassionato di ironici storytelling.
Delusional Beliefs, aperta al pubblico nello spazio di Via Francesco Negri 43, fino al 21 aprile 2023, impernia il centro del discorso artistico di Corinna Gosmaro nella frazione tra illusione e realtà, percezione umana del mondo inevitabilmente destinata al condizionamento esterno e mai capace di fuggire l’errore. La fruizione del mondo e la cognizione che si ha di esso diventano però la realtà stessa nel momento in cui l’individuo testimone avvia il proprio personale processo di convincimento, tramutando l’opinabile in certezza.
L’accadimento a cui Gosmaro fa riferimento nella sua recente produzione è quello che vede protagonista Percival Lowell e Giovanni Schiaparelli, scienziati illustri che malgrado la loro preparazione accademica inciampano sulla frivolezza di un fraintendimento linguistico. Intenti nella verifica di alcune teorie riguardanti la presenza di tracce di vita su Marte, i due si scambiano corrispondenze e nella trascrizione di una di queste Lowell compie l’errore di riconoscere come più corretta per la parola italiana “canali”, il termine “canals” – indicando quindi che questi canali sono frutto di un’azione artificiale, e non “channel”, termine dall’accezione più generica – dando l’input alle più strampalate suggestioni dietrologiche sull’esistenza di una forma d’intelligenza aliena sul pianeta rosso.
La metafora del racconto si riconosce nella natura scotomica della mente umana: l’occhio osserva ciò che vuole vedere, spesso solo una sezione dell’intera panoramica, recupera i dati necessari a costituire una più credibile e possibile struttura argomentativa su cui poggiare il proprio bisogno di veridicità. Nelle sue pitture su filtri di poliestere, Gosmaro attiva lo stesso processo: l’astrazione e la fumosità assoluta della sua palette, ci lascia di fronte a un’immagine dissolta la cui interpretazione segue niente più che il libero arbitrio di ciascun osservatore. La figura diventa pulviscolo, una macchia lontana osservata attraverso una palpebra chiusa per il troppo sole che acceca l’occhio.
Sfuggente è quindi il dettaglio, si muove rapidamente senza permetterne la messa a fuoco, un esperimento replicato anche nell’ulteriore serie di lavori presenti in mostra: superfici bidimensionali incurvate sono raccolte dai visitatori che hanno l’occasione di osservare la loro natura cangiante sotto alcuni fari, posizionati nella sala che li ospita. Si fa riferimento al fenomeno delle mosche volanti, macchie dovute all’invecchiamento dei tessuti dell’occhio. Macchie nere sembrano fluttuare nel campo visivo senza poter essere mai messe realmente a fuoco, una nuova metaforica raffigurazione dell’illusorietà del convincimento.
Un inchino, o piuttosto un simbolico prostrarsi, è quello che viene compiuto dalle altre due opere in mostra: due sedie sembrano suggerire l’atto di inginocchiarsi di fronte all’impossibilità di contrapporsi alla fallimentare ricerca della verità oggettiva. Sulla spalliera la frase “Imagination both helps and hurts memory”, è incisa sul metallo freddo, in maniera imprecisa, quasi come se fosse stato fatto di nascosto. Un po’ come l’inquilino di una cella gratta febbrilmente una superficie per mandare l’ultimo messaggio pieno di rammarico verso un irraggiungibile destinatario, un pò come i due scienziati, prigionieri della curiositas, della loro mania di inoppugnabilità, inesorabilmente destinati al limbo della precarietà e dell’inappagamento della loro natura.
Corinna Gosmaro, Delusional Beliefs
The Gallery Apart, via Francesco Negri 43, Roma
fino al 21 aprile
Info: www.thegalleryapart.it