Continua la serie dei “passaggi” alla Litografia Bulla, è il turno di Elisabetta Benassi

Il laboratorio di via del Vantaggio a Roma apre le porte a Elisabetta Benassi che mescola la sua visione artistica con la grande tradizione artigianale di cui le sorelle Flaminia e Beatrice Bulla sono oggi le più giovani custodi

Una conoscenza di vecchia data quella tra la Litografia Bulla ed Elisabetta Benassi. Già anni fa il più antico laboratorio litografico aveva visto passare per i suoi corridoi la giovane artista che all’epoca soleva assistere Nunzio Di Stefano, tra i più noti nomi della scuola di San Lorenzo. 

Elisabetta Benassi
Photo Eleonora Cerri Pecorella, Courtesy Litografia Bulla

Oggi l’incursione della Benassi all’interno della Litografia dà vita a Pietre di Testa, un intervento artistico che ha l’obiettivo di esplorare e riattivare il cuore pulsante del laboratorio, le pietre che da generazioni gli artigiani della famiglia Bulla utilizzano per realizzare i loro manufatti grafici. Accompagnata dalle sorelle Flaminia e Beatrice, le attuali detentrici dell’antico sapere tramandato loro dal padre Romolo, e dalla zia, Rosalba, Elisabetta Benassi pone la sua attenzione sulla grande scaffalatura nella quale vengono conservate le pietre litografiche, essenziali alle procedure di stampa, attraverso le quali hanno espresso il loro talento decine di artisti.
Un vero archivio della memoria artistica di Roma è la Litografia Bulla, un luogo in cui la contaminazione è sempre stato un valore aggiunto, in cui il desiderio di sperimentare ha sempre trovato la migliore maniera per essere appagato.

Elisabetta Benassi
Photo Eleonora Cerri Pecorella, Courtesy Litografia Bulla

Il “passaggio” dell’artista nella Litografia fa riverberare nella mente dei visitatori il lavoro che viene da lei presentato a Venezia nel 2013, in occasione dalla 55esima Biennale d’arte, The dry salvages – Vice versa, curata da Bartolomeo Pietromarchi. Oggi, come in quell’occasione, Benassi rispolvera un archivio umano, un forziere che conserva esperienze e tracce intangibili di vite che furono e che sono ancora. Ogni oggetto diviene simbolo; ciò che all’apparenza è nuda pietra senza vitalità nasconde invece energia ancora sfavillante. L’artista e le sorelle Bulla trascinano fuori dalla polvere le pietre su cui ancora vivono le tracce degli esperimenti creativi realizzati da Enzo Cucchi, Giorgio de Chirico, Jim Dine, Mino Maccari e ancora Jannis Kounellis, tra le più intime conoscenze delle famiglia Bulla, figura sempre vicina al laboratorio di Via del Vantaggio. Le nuove litografie realizzate da Elisabetta Benassi vengono raccolte in una cartella di cuoio, un cofanetto della non dimenticanza.
Come in una capsula del tempo si viene inghiottiti in un vortice di aneddoti e rimembranze che accendono un lume sulla grande storia dell’arte italiana del XX secolo, culla della rivoluzione che la famiglia Bulla ha l’onere e l’onore di testimoniare.

Photo Eleonora Cerri Pecorella, Courtesy Litografia Bulla

L’esposizione di litografie realizzate nel laboratorio sono oggi esposte nella vetrina dell’atelier ma il loro viaggio non si ferma qui. Dal 12 gennaio, nella galleria Newyorkese Peter Freeman, le opere realizzate a via del Vantaggio da Elisabetta Benassi vengono inserite nell’esposizione BACK, collettiva che ospita al fianco dell’artista romana nomi del calibro di Arthur Jafa, Roy Lichtenstein, Adam McEwen, Catherine Murphy e Bruce Nauman.


Elisabetta Benassi, Pietre di Testa
fino al 17 febbraio
Litografia Bulla – Via del Vantaggio, 2, Roma
Info: www.litografiabulla.com/elisabettabenassi

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