Nella cornice della litografia Bulla a Via del Vantaggio, 2, nel pieno centro di Roma, arriva il trio di artisti scanzonati e provocatori che da tempo sta riuscendo a catalizzare una grandissima attenzione su di se grazie ad operazioni ironiche e provocatorie. Canemorto invade allegramente la litografia, luogo magico in cui si può dire che sia passata buona parte dei più grandi nomi che hanno segnato la storia dell’arte italiana del XX secolo.
Tra macchinari e strumenti da incisione hanno lavorato Mario Schifano, Jannis Kounnellis, Jim Dine, Carla Accardi e la lista potrebbe continuare a lungo. Basti però pensare che la litografia rimane ancora un luogo magico, che trasuda dalle sue pareti le memorie di generazioni di creativi che in quella piccola bottega, a due passi da Piazza del Popolo, non trovavano semplicemente uno spazio dove lavorare, ma dove vivere ed esprimersi coccolati dalla cordiale accoglienza della famiglia Bulla.
Nel laboratorio infatti sono sette le generazioni di artigiani che con infinita passione e pazienza ancora tramandano l’antico sapere dell’arte litografica. Oggi sono operative nello spazio Flaminia e Beatrice Bulla che, insieme a loro padre Romolo, accolgono e promuovono le brame di sperimentazione degli artisti contemporanei.
La loro vetrina si è trasformata negli ultimi anni in uno schermo in cui osservare i poliedrici e variegati progetti che impreziosiscono la già inestimabile attività, ancora operativa in quello stesso luogo fin dal 1840.
Questa volta è il turno dei Canemorto che si improvvisano calzolai e portano all’estremo le possibilità della litografia realizzando delle primitive calzature in legno che fungono allo stesso tempo da strumento di stampa. In vetrina dai Bulla appare l’insegna Zocur Footwear, un pannello pubblicitario in legno che gli artisti realizzano lasciandosi ispirare dalle stampe realizzate dalla famiglia artigiana nel corso dei decenni. Vignette ironiche e visivamente accattivanti lasciano di stucco i passanti che si chiedono incuriositi quale sia la strana funzione di quei sandali in legno, all’apparenza tutt’altro che ergonomici. Un aspetto primitivo, brutale che contrasta qualsiasi rimando al mondo della moda, canzonato e ridicolizzato dalla proverbiale schiettezza del trio.
La superficie viene intagliata con gli strumenti che la tipografia mette a disposizione, lame e incisori non esattamente concepiti per tale scopo ma che, nelle mani dei Canemorto, contribuiscono a dare corpo a quel rituale di produzione che vede ognuno dei tre membri del gruppo manipolare vicendevolmente il lavoro dell’altro. Una pratica che ricorda sorprendentemente la geniale invenzione del Cadavere Squisito, il gioco nato dal genio del movimento surrealista nella prima metà del ‘900 che vede il gesto del singolo mescolarsi con quello dei partecipanti, dando forma a una coscienza diffusa e condivisa.
Le calzature dei Canemorto, con la loro suola di Linoleum intagliata, sono pronte per lasciare l’inconfondibile importa del trio di artisti che lascia al mistero la propria vera identità, si ammanta dell’incognito per continuare a portare avanti un indagine artistica sprezzante e decisa a rimanere priva di qualsiasi genere di censura.
Zocur Footwear, Canemorto
6 marzo 2022 – 15 aprile 2022
Litografia Bulla
Via del Vantaggio, 2, Roma