Flaminio. Al via il bando per il nuovo Museo della Scienza in via Guido Reni

Nella struttura novemila metri quadrati saranno destinati alle esposizioni, mentre altri mille ospiteranno le aree di ricerca

È iniziata il 14 novembre la prima fase progettuale per la realizzazione del Museo della Scienza in via Guido Reni, a Roma, all’interno degli spazi dell’ex caserma. Nella Sala della Protomoteca in Campidoglio il sindaco Roberto Gualtieri, gli assessori Maurizio Veloccia e Miguel Gotor (Urbanistica e Cultura), la presidente del II municipio Francesca Del Bello e il premio Nobel Giorgio Parisi hanno illustrato i dettagli del bando internazionale per la progettazione del nuovo polo museale. 

«Il futuro Museo della Scienza di Roma – come si legge nel documento di indirizzo alla progettazione – è l’ultima parte di un più ampio programma di riqualificazione che sta coinvolgendo dal 2013 l’area urbana dell’ex stabilimento militare materiali elettronici e di precisione di via Guido Reni, il cui progetto è l’esito di un percorso svolto da Roma Capitale in collaborazione con Cdp, attuale proprietaria dell’area. Al riguardo, il Comune, con una prima delibera della giunta capitolina dello stesso anno, ha definito gli indirizzi urbanistici della riqualificazione dell’area. Successivamente, nel 2014, ha specificato le destinazioni d’uso private e pubbliche e ha previsto l’insediamento di un importante servizio pubblico di livello metropolitano, il MSR».
In attesa della firma della convenzione urbanistica per il maxi-piano di rigenerazione urbana atteso per le aree di via Guido Reni, a pochi mesi dall’aggiudicazione dell’ampliamento del Museo Maxxi e non distante dal polo civico del Flaminio aggiudicato con un concorso, questa per Roma rappresenta un’occasione fondamentale di riflessione sulla città e sull’utilizzo sostenibile delle risorse disponibili per permettere uno sviluppo sociale ed economico positivo per le generazioni future.

Il costo stimato per la realizzazione dell’opera è di 48 milioni di euro. Mentre il valore del concorso è di 1,6 milioni di euro con 150mila euro di primo premio al vincitore per la redazione dello studio di fattibilità tecnico-economica, 80mila euro per i soggetti classificati dal secondo al quinto posto. Il valore stimato per l’eventuale affidamento dei successivi livelli di progettazione (definitivo, esecutivo e sicurezza in fase di progettazione) è di 1,4 milioni di euro. Il termine per partecipare alla prima fase è fissato per il 23 gennaio 2023 e i cinque migliori concept saranno valutati con un massimo di 70 punti per la qualità architettonica e urbana del progetto ed altri 30 per la flessibilità nell’uso degli spazi.
«Nel recupero e ristrutturazione, anche mediante demolizione e ricostruzione degli edifici esistenti – si legge nella documentazione – l’intervento deve garantire il mantenimento dei caratteri costruttivi originari, specie per quanto concerne gli elementi di finitura, con interventi limitati alla funzionalità dell’edificio nella sua nuova destinazione».
Complessivamente l’impianto dovrà ospitare 2.400 mq di aree per il pubblico con guardaroba, biglietteria, auditorium, bar e biblioteca; 9mila mq di aree per l’esposizione (temporanee, on demand e stabile); 1.100 mq di aree per la ricerca con studi di documentazione, spazi per la ricerca e l’educazione; altri 2.300 mq di aree di servizio per uffici, servizi, depositi e spazi polifunzionali; a cui aggiungere altri potenziali 2.200 mq per il connettivo; 2mila mq di spazio verde; 300 mq per la terrazza del bar ristorante.

Il progetto di rigenerazione urbana di via Guido Reni, varato definitivamente a metà febbraio, prevede anche la realizzazione di una più vasta Città della Scienza all’interno del comparto riservato ai servizi pubblici, con un’estensione totale di 10.754 mq e che passerà al patrimonio comunale dopo la firma dell’apposita convenzione, con oltre 32.000 mq di parcheggi pubblici (e privati, ma a uso pubblico), verde pubblico e servizi locali e quasi 10.000 mq di passeggiata.